Atlante dell’Infanzia 2014 di Save the Children: allarmante la situazione in Campania

Illuminiamo-il-futuro-2015Nella regione appena 4 bambini su 100 giocano liberi in strada, 4.730 famiglie sono “sotto sfratto”,  quasi 155.000 minori risultano in povertà assoluta. Il 63,3% non ha letto neanche un libro nell’ultimo anno, il 48% non ha mai praticato sport e il 22,2% abbandona gli studi.

Le città e le metropoli sono l’habitat prevalente dei bambini e adolescenti in Italia: il 37% di essi - 3 milioni e 700 mila – si concentra nel 16,6% del territorio nazionale, cioè nei grandi centri urbani o nelle aree circostanti – fra cui Napoli, con i suoi  oltre 185.000 under 18, pari a 537 per chilometro quadrato. Città e territori spesso invasi di macchine e privi di spazi per i più piccoli. Solo a Napoli circolano più di 6.000 automobili per chilometro quadrato: appena il 4% di bambini tra i 3 e i 10 anni in Campania gioca libero in strada e solo il 18% gioca nei giardini pubblici. Per  molti bambini la disponibilità di luoghi di vita e gioco accettabili non esiste neanche in casa: quasi 1 minore su 4 vive in famiglie che dichiarano di abitare in appartamenti umidi o con tracce di muffa alle pareti e sono 1 milione e 300 mila i minori le cui famiglie denunciano situazioni di sovraffollamento. Nel Paese anno dopo anno cresce l’emergenza abitativa: nel 2013 sono ben 65 mila i nuclei familiari (molti dei quali con bambini) ad aver ricevuto un’ingiunzione di sfratto per morosità incolpevole (+8,3% rispetto all’anno precedente).

Questi alcuni dati diffusi da Save the Children e tratti da Gli orizzonti del possibile. 5° Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia,  la pubblicazione annuale che – con l’aiuto di circa 40 mappe e con i suggestivi scatti del noto fotografo  Riccardo Venturi – analizza la condizione dell’infanzia nel nostro paese, nell’ambito della campagna per il contrasto della povertà educativa “Illuminiamo il Futuro”.

In Campania 4.730 sono le famiglie sotto sfratto (+772 rispetto al 2012) e, come indicano i dati sui consumi, povertà e deprivazione riducono gli spazi d’azione di migliaia di minori e famiglie: quasi in 155.000 bambini e adolescenti in Campania vivono in povertà assoluta (14,1%), in aumento del 2,4% rispetto al 2012 e sopra la percentuale nazionale del 13,8%. L’80,4% delle famiglie in Campania ha dovuto ridurre la spesa per alimenti o comprare cibo di qualità inferiore, a fronte del dato nazionale del 68%.

Ma la povertà dei minori in Italia non è solo materiale. In Campania nel 2013, il 63,3% di bambini e ragazzi tra 6 e 17 anni non ha letto un libro durante tutto l’anno, (47,9% nazionale), il 77,2% non ha visitato una mostra o un museo (il dato nazionale è pari al 60,8%), l’82,5% non è mai andato a teatro (72,1% dato nazionale), il 31,2% mai al cinema (26,3% dato nazionale), l’84,1% a un concerto (contro l’84,9% del dato nazionale) così come  l’84% non ha mai  visitato un sito archeologico (73,7% il dato nazionale). Non viaggia né si apre a nuovi mondi e persone il 67% di under 18 della Campania (contro il 51,6% nazionale) che vive in famiglie che non possono permettersi nemmeno una settimana di ferie l’anno lontano da casa.

Lo sport praticato in modo continuativo ed extra scuola è assente nei pomeriggi del 48,1% dei bambini e  ragazzi campani.

Questa mancanza di stimoli ha inizio già nella prima infanzia: nell’anno scolastico 2012/2013, infatti, soltanto il 2,7% di bambini tra 0 e 2 anni in Campania ha frequentato i nidi pubblici e convenzionati (a fronte del 13,5 % nazionale).

Un insieme di fattori spiega  anche le scarse competenze di molti studenti italiani nei test di valutazione internazionali e gli alti livelli di dispersione scolastica: il 22,2% dei giovani in Campania interrompe il percorso scolastico fermandosi al diploma della scuola secondaria, a fronte della percentuale nazionale del 17%.

 “Si riducono sempre di più gli spazi di autonomia, socialità, svago dei nostri bambini e si comprimono gli spazi mentali, le opportunità di formazione e crescita intellettuale, spingendo l’infanzia sempre più ai margini”, commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children, l’Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti. “Il disagio di tante periferie è sotto gli occhi di tutti: territori deprivati del verde, di aree comuni, di trasporti, di scuole a tempo pieno, di biblioteche, di spazi sportivi, e tuttavia sempre più popolati da giovani coppie con bambini. Le periferie sono le nuove città dei bambini”, aggiunge Neri. “E’ da qui che dobbiamo ripartire per offrire loro un futuro”.

La quinta edizione dell’Atlante dell’Infanzia dà voce anche a una molteplicità di interventi e pratiche coraggiose e innovative, per dimostrare che il cambiamento è possibile: esperienze come quelle delle scuole che aprono i cortili al quartiere o dei ragazzi che sfidano gli ostacoli della città per impossessarsi dello spazio facendo parkour, o dei Punti Luce di Save the Children sul territorio nazionale.

Nell’ambito della campagna Illuminiamo il Futuro, Save the Children ha aperto nel 2014 11 Punti Luce in 8 regioni italiane. Si tratta di spazi ad alta densità educativa, dove bambini e adolescenti possono studiare, giocare, fare attività sportive, culturali e creative. Inoltre i minori in condizioni accertate di povertà, vengono sostenuti da una dote educativa, cioè un piano formativo personalizzato che consente l’acquisto di libri e materiale scolastico, l’iscrizione a corsi di musica o sport. Sono circa 1.800 i bambini che nel 2014 hanno frequentano i Punti Luce aperti da Save the Children in Italia. La previsione è di supportarne 4.000 entro il 2015, assegnando 1.000 doti educative e aprendo nuovi Punti Luce.

Il Punto Luce di Napoli ha avviato le attività il 20 novembre 2014. E’ gestito in collaborazione con l’associazione Pianoterra Onlus e si trova nel cuore del Rione Sanità negli spazi della Chiesa di S. Vincenzo e Immacolata. Il centro accoglie minori dai 6 ai 16 anni, ragazzi che hanno a disposizione varie sale, un internet point, attività per il sostegno scolastico e di invito alla lettura, possono partecipare a laboratori musicali, teatrali, di danza e di educazione all’uso dei new media, possono prender parte ad attività motorie e a corsi sportivi.

“La situazione dell’infanzia in Campania è molto preoccupante, con alti livelli di povertà minorile, emergenza abitativa e notevoli carenze sul piano dell’offerta di opportunità educative, ricreative e sociali per i minori, tanto che molti bambini e adolescenti non hanno la possibilità di andare al nido, di poter contare su una scuola a tempo pieno, andare al cinema, leggere almeno un libro all’anno, navigare su Internet, fare sport. La dispersione scolastica, non a caso, resta molto elevata – nonostante i miglioramenti di questi ultimi anni. Riteniamo quindi necessario un impegno a favore dei bambini più vulnerabili e a rischio di esclusione sociale e povertà ed è per questo che, nell’ambito della campagna Illuminiamo il Futuro, Save the Children ha aperto un Punti Luce a Napoli al rione Sanità. Uno spazio “ad alta densità educativa” dove i bambini hanno l’opportunità di fare attività formative, ricreative, sociali e ludiche e dove anche i genitori trovano un supporto”, spiega Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.

“A fronte di dati sempre più allarmanti, chiediamo un’assunzione di responsabilità collettiva contro la povertà educativa”,  prosegue Raffaela Milano. “Serve un piano nazionale di contrasto della povertà minorile, che preveda, tra l’altro, l’estensione della nuova social card a tutte le famiglie in povertà assoluta con minori, semplificando i criteri di accesso e rafforzando le misure di accompagnamento e valutazione. Vanno inoltre previsti interventi mirati per le aree più deprivate sul piano dei servizi per l’infanzia e l’adolescenza. Per le periferie urbane più carenti proponiamo di attivare “aree ad alta densità educativa”, sul modello francese delle Zones d’Education Prioritaires, per garantire un rafforzamento delle offerte formative, scolastiche ed extrascolastiche, valorizzando le risorse locali e mobilitando fondi europei”.

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