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venerdì 29 Marzo 2024




A Napoli si parla di famiglie e minori migranti

Mentre il Governo cancella Mare nostrum, la città ospita un ciclo di seminari

pp.jpgMentre il Governo cancella Mare nostrum, l’operazione che ha permesso il salvataggio in mare in un anno di 150 mila persone, a Napoli si discute di famiglie e minori migranti grazie al ciclo di seminari promosso dal Servizio di mediazione culturale Yalla, realizzato dal gruppo di imprese sociali Gesco attraverso la cooperativa Dedalus con la Cidis onlus.

Già nel corso del primo incontro, che si è svolto lunedì 13 ottobre presso la sede del Santobono-Pausillipon di via Crocerossa, si è parlato di famiglie immigrate e minori stranieri di seconda generazione, scattando un’istantanea del fenomeno in Campania.

In regione si stima la presenza di circa 170 mila stranieri residenti, ma di migranti, più o meno regolari, ce ne sarebbero altri 64 mila. “La Campania – ha spiegato la presidente di Dedalus Elena de Filippo – è la settima regione per presenza di immigrati in Italia. La regione ha vissuto in ritardo il fenomeno migratorio ma ha visto, negli ultimi anni, una crescita velocissima dei numeri”. Ed ecco l’identikit che viene fuori dall’indagine: la maggior parte dei migranti è donna (circa il 58% in Campania, che diventa 60% a Napoli) e ha tra i 40 e i 64 anni; la comunità più antica e numerosa è quella srilankese, presente in regione dagli anni ’80.

In Campania oggi 3 minori su 4 sono di seconda generazione. La loro presenza è strettamente legata all’andamento dei progetti migratori e sta in genere ad indicare che le famiglie hanno deciso di rimanere. “Molto dipende anche dalla nazionalità di provenienza –sottolinea la de Filippo – Succede ad esempio che ci si siano molti minori rumeni e cinesi, che arrivano qui in età prescolare o scolare, incontrando meno problemi e difficoltà nell’integrazione scolastica. Ma ci sono altre tendenze in corso: è il caso delle donne ucraine di mezza età o degli uomini marocchini che si fanno raggiungere, a un certo punto del loro percorso, dai loro figli adolescenti”. “In genere si tende ad esaltare i casi più estremi – aggiunge la sociologa delle migrazioni – come quelli di chi delinque, dei migranti che vivono per strada, dei ragazzini che si prostituiscono, che pure ci sono, ma la stragrande maggioranza degli immigrati presenti in Campania vive in condizioni che possiamo definire ‘normali’: ha un lavoro, manda i figli a scuola e tutto il resto”.

Dal primo novembre Mare nostrum cesserà e resterà in piedi solo l’operazione Triton per il controllo delle frontiere marittime, ma quale sarà il futuro dell’accoglienza nel nostro Paese? “Chi arriva da noi – dichiara Glauco Iermano, responsabile tutoraggio minori per la coop Dedalus – in particolare, il minore non accompagnato, dovrebbe essere non solo accolto ma anche sostenuto attraverso percorsi di accompagnamento e inserimento sociale. In Campania manca sia la prima sia la seconda accoglienza e il ragazzo finisce per diventare un peso, anziché una risorsa, per sé e per la società che lo ospita”. Napoli attualmente ne accoglie 250, di cui 150 giunti con gli ultimi sbarchi di agosto: si tratta soprattutto di giovani siriani, eritrei, palestinesi, arrivati qui perché in fuga da territori in guerra.

Molto spesso, però, accade che siano gli stessi soggetti che si occupano di immigrazione a non aver un codice comune e condiviso. Ecco allora lo scopo dei tre seminari: andare oltre la logica dell’emergenza e affrontare il tema dei diritti e doveri delle persone migranti, del loro accesso ai servizi, dalla sanità al lavoro, dell’iter necessario perché diventino cittadini, offrendo a chi lavora nel settore strumenti e linguaggi nuovi. Il  prossimo (“I minori stranieri non accompagnati: percorsi di crescita e di cittadinanza”) è in programma lunedì 20, a partire dalle 9.30, sempre al Santobono Pausilipon di Napoli. Il terzo ed ultimo seminario (“L’accertamento dell’età dei minori migranti non accompagnati: la prima esperienza nazionale di concertazione interistituzionale”) si svolgerà venerdì 31 ottobre alla stessa ora a Città della Scienza (via Coroglio 104) nell’ambito dell’iniziativa “Futuro Remoto”.

Per il programma dei prossimi seminari e maggiori informazioni: www.coopdedalus.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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