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venerdì 29 Marzo 2024




Napoli accogliente

In città 877 nuovi arrivi

sbarco-set-2014Sono arrivati questa mattina, 10 settembre 2014,  al molo 12 del Porto di Napoli: 95 donne, 633 uomini, 117 minorenni non accompagnati e 32 bambini accompagnati dai genitori. Tre le donne incinta. Sul molo 12 tanti i volontari, i medici della Croce Rossa, i rappresentanti dei sindacati e rappresentanti e operatori di una prefettura efficiente e collaudata.

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Al molo 12 del Porto di Napoli, ieri mattina, la nave Virgilio Fasan ha partorito 877 profughi provenienti in maggioranza dall’Africa Sub-Sahariana. E’ alla celebrazione della vita sulla morte che hanno assistito tutti.

Sorridono di gioia gli occhi verdi del capitano Marco Bagni che ha raccolto i profughi nel canale di Sicilia: “Abbiamo salvato direttamente da un gommone circa 100 persone, gli altri venivano da altri barconi ed erano stati soccorsi da altre navi coinvolte nell’operazione. Le condizioni di salute erano buone, c’erano solo due ragazzi peraltro giovani con il diabete che abbiamo curato con l’insulina a bordo. Sono tante le storie commuoventi, quelle più dure dei siriani, con i quali riusciamo a comunicare subito poiché parlano inglese. Fuggiti alla guerra, hanno fatto un lungo viaggio prima in aereo fino all’Algeria, poi attraverso il deserto per raggiungere la Libia dove si sono imbarcati. Il mare non perdona, noi marittimi lo sappiamo bene. Per fortuna ci sono i sorrisi delle persone che salviamo a gratificarci. Penso a quello dei bambini a cui abbiamo regalato dei giocattoli. Napoli è una città pronta all’accoglienza”.
E finalmente il sistema di ricezione della Prefettura, che si è felicemente sostituita alla Protezione Civile dopo lo scandalo dell’accoglienza profughi degli anni passati,  è collaudato. “A Napoli stiamo assicurando un’accoglienza dignitosa per persone libere”- afferma Jamal Qaddorah, responsabile immigrazione della Cgil sempre in prima linea e solitamente molto critico. I fatti confermano che la macchina organizzativa è ben oliata e corre veloce: ad accogliere i migranti medici, volontari, responsabili delle strutture dove saranno alloggiati. I tempi di sbarco sono veloci: chi ha problemi di salute viene curato sul posto o inviato in ospedale, tutti coloro sono in buona salute viene fatto salire sui bus per essere trasferito in una delle strutture residenziali che hanno vinto il bando della prefettura in Campania oppure in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana e Umbria.
Un aiuto fondamentale arriva dai volontari: medici della Croce Rossa e tanti volontari delle diverse associazioni che lavorano sul tema delle migrazioni: Lassaad Azzabi e Glauco Iermano della Cooperativa Dedalus, Omar Ndiaye di Kasbah, Lima Mijan Al Ruman del Cidis, lo stesso Jamal Quddorah della Cigil e Luciana Del fico della Uil, per citarne solo alcuni. Il piano della Prefettura infatti contempla un bando per l’accoglienza in appositi centri, ma non il costo dei mediatori agli sbarchi, così come nel primo soccorso “mancano psicologi infantili, etno-psicologi ed avvocati”, fa notare Cristian Valle, avvocato impegnato nella difesa dei richiedenti asilo. Diversi minorenni chiedono di andare in casa famiglia insieme ai cugini o ai fratelli, un ragazzino egiziano di 13 anni piange: “Ho avuto così paura di morire che voglio tornare a casa mia”. “Almeno la metà dei ragazzi egiziani ha chiesto di tornare in patria. “Si tratta di un caso particolare -dice Azzabi, mediatore esperto di minori non accompagnati-: un gruppo di amici ha fatto una bravata partendo con il barcone, ma non erano convinti di voler fuggire”.
Carenti i posti nelle case famiglia in Campania non attrezzate per accogliere tanti minorenni insieme. “Solo stamattina abbiamo sistemato 32 minorenni a Napoli e ora stiamo cercando soluzioni per gli altri in Campania - spiega Roberta Gaeta, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Napoli-. Ma le strutture sono sature  e poiché ogni struttura per legge ha al massimo 8 posti letto, in maggioranza già occupati, siamo costretti a separare i ragazzi che sono parenti. Un ulteriore trauma dopo un viaggio così doloroso. Ci vorrebbero strutture più grandi adatte ad accogliere i minori migranti e sarebbe necessaria una regia a livello regionale e nazionale. Bisogna ora mettere in atto un piano per l’accoglienza lanciando dei bandi unici, non si può ragionare sempre sull’emergenza”.
Daniela Carotenuto, presidente della cooperativa New Family, che sul territorio campano gestisce più strutture di accoglienza per migranti ed ha vinto diversi bandi lanciati dalla Prefettura per far fronte ai nuovi arrivi chiarisce la situazione: “Le persone pensano che percepiamo 45 euro a persona, ma non è così. La gara della prefettura è al ribasso e il primo classificato in graduatoria stabilisce la quota pro capite. Così abbiamo anche migranti per i quali vengono pagati 25 euro. In quella cifra deve entrarci tutto: vitto, alloggio, corsi di formazione, tutela legale e psicologica, corsi di formazione, abbigliamento, uscite e sport. E sono veramente pochi. Molti ragazzi sono quasi analfabeti così quelli che vogliono, li iscriviamo a scuola. Di solito le persone non restano mai meno di 6 mesi, tempo necessario a richiedere il permesso di soggiorno per motivi umanitari ed eventualmente effettuare il ricorso se la Commissione respinge la richiesta. Molti ragazzi vogliono andare via dall’Italia e spesso i siriani e gli eritrei scappano dai centri, anche se così perdono la possibilità di richiedere la protezione internazionale. Altri restano qui a lavorare nei campi e nella raccolta della frutta, occupazioni per le quali sono contrattualizzati e molto richiesti. Come ci dicono gli agricoltori, gli italiani non ce la fanno fisicamente a fare certi lavori. Certo il rischio del caporalato esiste, e su questo stiamo molto attenti a mettere in guardia i ragazzi e a monitorare casi di sfruttamento lavorativo o sessuale”. E’ diventato socio della cooperativa New Family e svolge il lavoro di mediatore familiare, Derrick, ragazzo del Camerun arrivato a Napoli durante l’”emergenza nord Africa”, fuggito dal suo paese perché incarcerato per ragioni politiche,  racconta: “Ci sono italiani razzisti, ma ci sono anche brave persone come Daniela, che mi ha dato la possibilità di lavorare”.
Dubbioso sull’accoglienza padre Alex Zanotelli che teme un irrigidimento dello Stato italiano e dell’Europa: “Stiamo andando a spendere 100 milioni di euro in armi, ma investiamo ancora poco nel sostegno alle persone. I soldi ci sono. Quando finirà “Mare Nostrum” il mio sospetto è che si metterà in atto un nuovo “Frontex” di difesa e di sbarramento più che di salvataggio dei profughi”.

AdG

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