La scomparsa di Valentina OK, un lutto di tutti

valentina-okLa notizia della scomparsa di Valentina OK, la cantante trans neomelodica (prima e unica nel suoi genere) protagonista indiscussa -negli anni ’90- delle tv locali, ha colto di sorpresa quasi tutti, in città.

E ha gettato un velo di tristezza su quanti negli anni hanno canticchiato divertiti la sua hit sgrammaticata ‘Ok’, un titolo pop con cui la biondissima Valentina si è identificata al punto da acquisirlo come nome proprio. Esuberante, chiassosa, allegra, Valentina nasce 46 anni fa, col nome di Ciro Adorato, a Parete, un comune di 11.000 anime in provincia di Caserta, lasciandolo ben presto alla conquista di Napoli, dove la comunità trans, una delle più antiche d’Europa, conta ad oggi centinaia di rappresentanti (2000 in tutta la Campania). Napoli, capitale dell’amore e accoglienza l’ha accolta, amata, sostenuta, le ha consentito insomma di realizzare –seppur tra mille difficoltà- il sogno della popolarità come risarcimento per una vita che non ti ha dato, ma alla quale hai dovuto strappare con forza, sulla quale hai dovuto importi. “Valentina OK -afferma Loredana Rossi, presidente di ATN (Associazione Transessuale Napoli)- ha rappresentato la forza di uscire fuori e di essere se stessi nonostante un contesto per le persone trans difficile ed avverso, oggi ma ancora di più quindici anni fa.” Ed è forse davvero in queste parole che va letta la ragione per un lutto, che in questa città, in queste ore, ognuno sente come un lutto proprio, quasi familiare. A tutti era nota quella ragazzona ossigenata, strizzata nei jeans che cantava a squarciagola ancheggiando dalle emittenti locali, che spediva baci e abbracci a tutta la provincia campana e che con straordinaria naturalezza incassava le telefonate -tante, troppe- di una fascia d’ascolto volgare e gretta che massimo divertimento trovava nell’insulto e nel dileggio. Donna -per la scienza- dal compimento del suo 18° anno di età, ma femmina sin dai 13 anni, Valentina si è a lungo battuta per i diritti degli omosessuali, dedicando loro ‘Ragazzo Gay’ col tempo diventata un vero e proprio inno del mondo omosessuale. “Era amica dell’associazione- ricordano Antonello Sannino e Daniela Falanga di Arcigay Napoli- madrina tra le altre cose della grande manifestazione nel settembre 2007 ‘Sotto lo stesso cielo’ organizzata a Piazza Bellini”. In quella occasione la piazza -luogo della città eletto da sempre a simbolo della coabitazione delle differenze- ha risposto con palloncini, bandiere, musica ed abbracci alla violenza delle minacce omofobe, e Valentina Ok, abituata a ribattere con un sorriso alla gratuità degli insulti, ne è stata degna regina e animatrice. “La naturalezza e la semplicità di essere transessuali o omosessuali –prosegue la Rossi- con la sua presenza in TV ha contribuito sicuramente a sdoganare l’immagine delle persone transessuali in un’ampia fascia della popolazione. Ci mancherà moltissimo”. E forse proprio la sua leggerezza, la sua voglia di apparire –ed essere- percepita come ‘una cantante e basta’ hanno consentito a Valentina di farsi strada nei cuori del pubblico partenopeo, anche di quello che con vago snobismo storce il naso alle note –spesso stonate- di un universo neomelodico incredibilmente genuino.

SHG

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