Una scelta da Sposare!

Matrimoni lgbt registrati a Napoli

gay-matrimonioL’amore è amore e i sentimenti non hanno sesso. Il Comune di Napoli lancia un segnale simbolico e politico  fondamentale in questo senso grazie al Sindaco Luigi De Magistris che ha firmato un’ordinanza con la quale l’anagrafe comunale ha l’obbligo di trascrivere i matrimoni contratti all’estero. In pochi giorni tante richieste.

L’ufficio centrale di Soccavo è pronto per accogliere i documenti necessari a registrare i matrimoni contratti da persone dello stesso sesso all’estero e in meno di una settimana sono già una decina le richieste inoltrate all’anagrafe e all’ufficio Pari Opportunità di palazzo San Giacomo. In attesa del prossimo Mediterranean Pride di sabato 28 giugno a Napoli le associazioni lgbt auspicano che i matrimoni tra due persone dello stesso sesso siano riconosciuti giuridicamente anche in Italia.
“Il sindaco De Magistris è l’unico in Italia a fianco al sindaco di Fano ad aver preso il provvedimento di riconoscere i matrimoni contratti all’estero- racconta la consigliera Simona Marino, referente per le Pari Opportunità del Comune di Napoli-. Sebbene non abbia effetti giuridici accertati, perché non esiste una legge nazionale, il decreto ha un valore politico, simbolico, culturale e sociale fortissimo. Sull’onda dell’entusiasmo si è creata subito una rete per contattare le coppie omosessuali che si sono sposate all’estero e già una decina hanno richiesto informazioni sulla documentazione necessaria a realizzare la pratica, solo oggi ne abbiamo annotate quattro. Intanto aspettiamo che arrivino dalla Spagna Roberto e Manuel, la prima coppia che registrerà il loro matrimonio a Napoli.  
Altro segnale simbolico importante è il protocollo stipulato dal Comune di Napoli con il console di San Francisco per scambiare conoscenze e buone prassi sulla lotta alle discriminazioni. E a settembre ho intenzione di allargare il Tavolo lgbt del Comune a tante altre realtà associative e universitarie partenopee”.
Il procedimento per registrare le coppie lgbt sposate all’estero all’anagrafe a Napoli sarà a breve pubblicato sulla home page del Comune di Napoli.
Claudio Finelli, responsabile del settore cultura di ArciGay Napoli e insegnante in un liceo della Provincia di Napoli, ha accolto con gioia il decreto del sindaco: “L’immaginario collettivo si cambia con atti simbolici forti che possono far comprendere a chi ha la responsabilità istituzionale che gli orientamenti diffusi e metabolizzati dalla società vanno nel senso dell’uguaglianza. Ma credo che il decreto abbia anche ricadute pratiche poiché le coppie riconosciute all’interno dell’amministrazione avranno gli stessi diritti e opportunità delle altre coppie, se non in Italia, all’interno del Comune: penso alle graduatorie e al sostegno per la casa. Inoltre le amministrazioni locali giocano un ruolo caratterizzante nel fornire indicazioni al legislatore nazionale. In particolare è necessario che venga approvata la legge contro l’omofobia e la trans fobia che è ancora in discussione, che vengano realizzate leggi per il matrimonio egualitario e che diano dignità alle persone transessuali che attualmente si vedono negato il riconoscimento alla loro identità sui documenti fino al transito completo. Cosa che mortifica molti napoletani, dal momento che la nostra città è seconda solo a Rio de Janeiro per numero di persone transessuali. Le istituzioni nazionali sono indietro rispetto alle persone, penso ai miei allievi, che, molto più degli adulti, comprendono chiaramente che la relazione tra due persone dello stesso sesso è una questione di sentimenti, di affetto e riguarda l’omoaffettività. Si è quel che si è, non si sceglie di appartenere ad una minoranza, mai. Napoli risente del clima del Paese, e credo che solo a causa del malessere economico e di esternazioni poco felici di politici o religiosi si stiano riverificando fenomeni di esclusione, ma la nostra è una delle città che presentano maggiori margini di accoglienza in Italia. Basti pensare al ruolo sacro che avevano nella Napoli del ‘600 e del ‘700 i cosiddetti “femminielli” che ha abituato città ad includere ogni tipo di differenza”.

Unioni Civili: Al momento l’unico modo di protocollare l’unione tra due persone delle stesso sesso senza dover andare all’estero per sposarsi è il registro delle Unioni Civili aperto anche alle coppie lgbt dall’amministrazione comunale, ma anche qui il provvedimento ha un valore simbolico più che giuridico, non è un caso che della trentina di Coppie di Fatto registrate all’anagrafe solo una piccola parte siano dello stesso sesso.
L'Italia non ha una legge sulle unioni civili: sono state presentate molte proposte di legge sulle unioni civili, nessuna della quali però, al 14 giugno 2014, è ancora diventata legge ma la Corte di Cassazione, con sentenza n. 4184/2012, depositata il 15 marzo 2012, ha affermato che, in alcune specifiche situazioni, le coppie omosessuali hanno il pieno diritto di rivolgersi al giudice per far valere il diritto ad un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata. Dunque la coppia di fatto, in quanto convivente, gode di limitati e reciproci diritti e doveri, quali ad esempio il diritto a visitare il coniuge incarcerato, il diritto a venire a conoscenza di informazioni relative alla sua salute, ma anche ad accedere ai bandi comunali, ad esempio per la casa e per sostegno alle coppie, e in questo ultimo senso la chiara presa di posizione dell’amministrazione è una garanzia di eguaglianza di trattamento con le coppie etero. “Non c’è ancora riconoscimento giuridico delle unioni civili in Italia- spiega la consigliera Simona Marino delegata alle Pari Opportunità-, ma c’è una soglia sottile tra lecito e illecito. Ma ad esempio chi ha la certificazione, presentandola ad un ufficiale sanitario, è possibile che riesca ad assistere in ospedale il parente malato. Per questo vogliamo pubblicizzare maggiormente il registro delle Unioni Civili e spostare l’ufficio preposto da Soccavo a Palazzo San Giacomo”.

Alessandra del Giudice

© RIPRODUZIONE RISERVATA