Lgbt: ecco la giuida contro la discriminazione a lavoro

La pubblicano Arcigay e Mit, dopo un’indagine che rileva le penalizzazioni subite da gay, lesbiche e transessuali sui luoghi di lavoro

rights-at-work"Vogliamo che questa guida sia uno strumento prezioso anche per i datori di lavoro, perché molto spesso non si accorgono che c'è una discriminazione. Questo accade ad esempio quando non si estendono alcuni benefit a coppie formate da persone dello stesso sesso, come i permessi per congedo matrimoniale”.

A parlare è Cathy La Torre, vicepresidente nazionale del Mit, il Movimento Identità Transessuale, co-autrice di Rights at work, la guida sui diritti delle persone Lgbt nel luogo di lavoro, pubblicata dal MIT insieme ad Arcigay e presentata in sala Giunta a Palazzo San Giacomo.  “Tutte le statistiche ci dicono che un lavoratore felice sul suo posto di lavoro è un lavoratore che produce di più: dobbiamo andare verso una sinergia tra lavoratori, sindacati e associazioni per combattere la discriminazione, un germe che inficia l'attività produttiva”, conclude La Torre. Il manuale nasce dall’omonimo progetto “Diritti al Lavoro" di Mit e Arcigay, sulla base di una ricerca ("Io sono io lavoro") che ha inquadrato lo scenario della discriminazione verso il mondo lgbt. Secondo lo studio, condotto da Arcigay, negli ultimi dieci anni il 13% delle persone gay e lesbiche ha visto respinta la propria candidatura a un colloquio di lavoro a causa del proprio orientamento sessuale. Questa percentuale sale vertiginosamente al 45% per le persone transessuali. Più di un quarto dei lavoratori lgbt (26,6%) decide di tenere celato il proprio orientamento sessuale, temendo un peggioramento della propria condizione lavorativa o addirittura il licenziamento. La guida è la prima del suo genere realizzata in Italia: è un vademecum pensato per i lavoratori e le  lavoratrici lgbt, per riconoscere le discriminazioni, dirette e indirette, distinguerle  dalle molestie e dal mobbing, e sapere cosa fare e a chi rivolgersi in ciascuno di questi casi. La guida inoltre fa il punto sugli strumenti legislativi che insistono sul tema ed è corredata da un’appendice di Frequently Asked Questions (FAQ), che da  indicazioni sui diritti dei lavoratori e delle lavoratici lgbt in  caso di cambio di sesso,  di congedi parentali o permessi per l’accudimento dei figli nelle famiglie omogenitoriali,  di tutela dei dati sensibili (come lo stato di salute) e di assenza prolungata per terapie hiv, di permessi per l’assistenza del partner, di reversibilità dei  fondi di previdenza in caso di decesso del o della partner. "Noi spesso parliamo di diritti - ha detto Flavio Romani, presidente di Arcigay - e ci sentiamo dire che non è  il momento. La legge è del 2003 ed è stata approvata grazie alla direttiva 78/20000 della UE. Ad oggi, è l'unica legge in materia, insieme a quella per coloro che fuggono da paesi dove le persone lgbt sono condannate. In Italia siamo all'anno zero: le norme che si potrebbero approvare sono tantissime. Facciamo appello a Renzi e al PD: adesso non ci sono più scuse,  bisogna andare avanti sui diritti civili lgbt ed essere vicini a Francia, Spagna e Gran Bretagna, non alla Russia su questi temi. Renzi, che è il modernizzatore, cambi l'Italia anche su questi temi, che ne abbiamo bisogno". “La nostra aspettativa – dice Porpora Marcasciano, presidente del Mit - è che si vada a bucare quel muro di gomma impermeabile che fa sì che la questione sia bloccata per noi transessuali. Fare informazione, produrre cultura è la via maestra. Non si tratta di dare lavoro a due persone, non basta: il manuale è una cassetta degli attrezzi rivolta a datori di lavoro, politici, enti e istituzioni che devono farsi carico della questione”.

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