Caratteristiche e Condizioni di vita degli Immigrati in Campania

Ricerca condotta da Dedalus nell’ambito del Servizio Regionale di Mediazione Culturale

Caratteristiche-e-Condizioni-di-vita-degli-Immigrati-in-CampaniaNel 2013 i migranti stimati in Campania sono  235 mila, nel 1996 erano 46 mila, un quinto. Abitano per lo più a Napoli, sono arrivati dopo il 2000 e sono per la maggior parte donne. Questo emerge dalla ricerca “Caratteristiche e Condizioni di vita degli Immigrati in Campania” realizzata dalla Coop. Dedalus nell’ambito del Servizio Regionale di Mediazione Culturale.

Per programmare politiche adeguate di accoglienza bisogna comprendere a fondo il fenomeno migratorio, questo quanto emerge dalla presentazione della ricerca “Caratteristiche e Condizioni di vita degli Immigrati in Campania” realizzata dalla Coop. Dedalus che si è svolta il 22 maggio 2014 nel Dipartimento di Scienze Politiche della Federico II, cui hanno preso parte:Marco Musella, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche; Gian Carlo Blangiardo dell’Università Milano Bicocca; Elena de Filippo, presidente della cooperativa sociale Dedalus; Maria Teresa Terreri del Cidis Onlus; Gabriella D’Orso, viceprefetto dell’Area Immigrazione, Prefettura di Napoli; Fiorella Coppola, dirigente dell’Assessorato al Lavoro e all’Immigrazione, Regione Campania; Salvatore Strozza dell’Università di Napoli Federico II.
Basandosi su circa 3.800 interviste a un campione rappresentativo di immigrati maggiorenni originari dei Paesi meno sviluppati e dell’Europa dell’Est (compresi i neo comunitari) nelle cinque province della Campania, la ricerca coordinata da Elena de Filippo e Salvatore Strozza, ha indagato le caratteristiche demografiche, sociali e culturali dei cittadini immigrati o dei loro familiari. Si tratta della prima fase di un’analisi volta a comprendere anche il livello di integrazione dei migranti sul territorio regionale, sulla base dell’esempio ultradecennale dell’osservatorio lombardo sull’immigrazione. "Il quadro che viene fuori dall'indagine è quello di una realtà sempre più articolata e complessa - spiega Elena De Filippo- in cui tanti percorsi di integrazione positiva e di stabilizzazione si sono affermati. Non va però trascurato che ancora tanti migranti vivono situazioni precarie ad esempio dal punto di vista abitativo e del lavoro . La crisi economica e un frammentato intervento delle politiche aumentano ad esempio i rischi di scivolamento in condizioni di marginalità e di sfruttamento".
Secondo la ricerca, gli stranieri in Campania vivono perlopiù con le loro famiglie o da soli: il 55% vive con familiari, ma ben il 25% abita da solo e il restante 20% coabita con il datore di lavoro o con altre persone (connazionali e non). Molti immigrati est-europei vivono presso il datore di lavoro, con quote che oscillano tra il 47% (russi) e il 27% (polacchi) tra le nazionalità più numerose. Si tratta per lo più di donne che svolgono attività continuativa di cura e/o assistenza ad anziani e ammalati. A fare eccezione sono gli albanesi, che hanno, invece, la percentuale più elevata di persone che convivono con i parenti (87%), mostrando pertanto caratteristiche tipiche di un modello migratorio più a carattere familiare, rispetto alle altre comunità provenienti dall'Europa dell'Est.
Riguardo le altre aree di provenienza, emerge che i latinoamericani e gli asiatici sono gli immigrati che vivono più di frequente con parenti. Tra questi ultimi spiccano senza dubbio i cinesi (84%) e gli srilankesi (68%). Fanno eccezione i bengalesi che presentano, invece, la più alta percentuale di quanti vivono con amici e conoscenti (55%) e mostrano un modello migratorio e di insediamento differente rispetto agli asiatici in genere. Anche gli immigrati provenienti dal Nord Africa e, in maniera ancora più accentuata, dal resto del continente africano vivono spesso con amici e conoscenti. All'interno di queste aree tale modalità di convivenza risulta addirittura prevalente tra i Senegalesi (58%), essenzialmente di sesso maschile. Invece, tra i nordafricani è diffusa anche la coabitazione con parenti, che assume una rilevanza anche maggiore all'interno della comunità marocchina (58%).
Per quanto riguarda il livello di istruzione, gli immigrati maggiorenni nel 70% dei casi hanno un diploma di scuola media inferiore o superiore, anche se è significativa la quota di laureati: 17%. Gli ucraini e ancor di più i russi hanno una proporzione (molto) elevata di laureati e quasi nulla di persone senza titolo di studio, come anche per i polacchi. Al contrario i marocchini e i senegalesi, ma pure i bengalesi, fanno registrare proporzioni significative di persone con al massimo la licenza elementare. In sintesi, le comunità a prevalenza femminile hanno un livello medio di istruzione maggiore rispetto ai gruppi nazionali a prevalenza maschile.
In una regione dove vi è una significativa incidenza del lavoro irregolare, il 15% del campione degli immigrati maggiorenni ha dichiarato di essere senza lavoro. Il tasso più alto di disoccupazione, il 20%, si registra tra gli albanesi; seguono marocchini e srilankesi, con il 17%; romeni e bengalesi con il 15%. I meno colpiti dalla disoccupazione sono i cinesi, con un tasso (di disoccupazione) pari al 4%, seguiti in tal senso da senegalesi (6%), russi (8%) e polacchi (9%). Una posizione intermedia è quella dei cittadini ucraini, tra i quali i disoccupati risultano essere l'11%.
Un confronto con la condizione professionale risalente a 12 mesi prima dell'intervista, fa emergere un generale peggioramento della situazione occupazionale tra gli immigrati in Campania. Infatti è possibile notare una crescita del tasso di disoccupazione di quattro punti percentuali (tra il 2012 e il 2013 dall'11% al 15%). Il 38,3% degli intervistati ha dichiarato di svolgere un lavoro irregolare, alle dipendenze o in proprio, in particolare si tratta di lavoratori provenienti da un paese africano o dell'Europa dell'Est entrato a far parte dell'Unione europea; sono irregolare il 42% dei lavoratori bengalesi mentre sono solo il 5% tra i lavoratori cinesi.
Sono i servizi alle famiglie ad assorbire il maggior numero di lavoratori stranieri (il 37%) occupati in Campania: sia con mansioni di cura ed assistenza sia come domestici. Seguono per numerosità gli operai (il 36%) generici e specializzati, gli addetti al commercio (sia dipendenti che autonomi), che rappresentano il 16% degli occupati, e alla ristorazione (8%), e gli impiegati e i professionisti (3%). Significativa è la presenza, nel settore dei servizi, degli immigrati provenienti dall'Europa dell'Est, russi (59%) e ucraini (55%) principalmente, e dal continente asiatico ben rappresentato dagli srilankesi (69%). Di contro, la popolazione africana riesce a trovare lavoro soprattutto nel settore del commercio, l'89% degli occupati senegalesi, e come operaio generico o specializzato, il 56% dei lavoratori marocchini. Infine, il guadagno medio mensile dichiarato da chi svolge un'attività lavorativa in Campania è di 690 euro, anche se vi sono rilevanti differenze di retribuzione in base al Paese di cittadinanza, con il guadagno medio mensile più alto dichiarato dai cinesi, inseriti nel settore del commercio, della ristorazione e dell'industria: in media 1.325 euro al mese.
“Sono 5 milioni i residenti stranieri in Italia, la popolazione del Veneto o della Sicilia- spiega il Gian Carlo Blangiardo dell’Università Milano-Bicocca, responsabile del settore Monitoraggio dell’immigrazione della Fondazione ISMU (Iniziative e studi sulla multietnicità)-, mentre negli anni ’60 la popolazione migrante era pari ai posti dello Stadio San Siro, sempre più diventa necessario comprendere il fenomeno e il livello di integrazione dei migranti per strutturare adeguate politiche”.

Leggi i dati:

L’immigrazione in Campania nel contesto nazionale

Caratteristiche e condizioni di Vita degli Immigrati in Campania

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