Povertà: costi proibitivi per le medicine

Sant’Egidio: “Anziani costretti a scegliere tra mangiare e curarsi”

medicinaliAnche un ticket di tre euro può essere un deterrente alla cura. Tante le persone che denunciano l’impossibilità di acquistare medicinali da banco e si rivolgono ad ambulatori di volontari. La Fondazione Banco Farmaceutico prova a far fronte con la raccolta di 3mila kit di farmaci che verranno distribuiti in parrocchie e centri d’ascolto.

Intanto, la Regione Campania, ha deciso dal 1 giugno di sospendere l’esenzione ticket per le fasce di reddito inferiori a 10mila euro, dopo la scoperta di truffe a opera di falsi poveri.

La scoperta della truffa che è costata oltre 4 milioni di euro al bilancio dell’Asl Napoli 1 a opera di falsi poveri, che avrebbero goduto di esenzioni ingiustificate, risale a due settimane fa. Un buco nei controlli che ha indotto la Regione a tagliare i ticket per le fasce di reddito inferiori a 10 mila euro a partire dal 1 giugno, in attesa di predisporre misure di verifica più efficaci. Una decisione che ha acceso la polemica: “Una scelta gravissima che danneggia ulteriormente le fasce più deboli che sono portate a smettere di curarsi”, protesta  il presidente nazionale del Sindacato medici italiani Giuseppe Del Barone. Già sono in tanti, però, a non potersi permettere da tempo i medicinali. Non è possibile avere una stima statistica, ma la drammaticità della situazione emerge dal racconto di chi lavora ogni giorno al fianco dei più poveri. “Soprattutto gli anziani ci raccontano di come stia diventando un dilemma la scelta tra il mangiare e il curarsi”, dice il portavoce napoletano della Comunità di Sant’Egidio Antonio Mattone, “I nuovi poveri sono impossibilitati ad acquistare medicinali da banco e talvolta anche a pagare ticket di pochi euro. A differenza di chi vive in strada ed è intercettato da una rete storica di servizi e volontari, queste persone spesso non sanno neppure a chi rivolgersi per chiedere aiuto. Per non parlare dei meccanismi di rinnovo delle esenzioni che non sono automatici e richiedono complesse trafile burocratiche per chi vive già situazioni di grande disagio”.

Più complesso il discorso per i senza dimora con differenti trattamenti sanitari per italiani e stranieri. “Il problema più grave riguarda gli italiani che hanno perso la residenza e con essa il diritto alle cure”, denuncia Benedetta Ferone di Sant’Egidio, “In genere a occuparsi di chi vive in strada sono i Pronto Soccorso. Ma tali strutture non corrispondono evidentemente al bisogno di chi soffre di malattie croniche e avrebbe bisogno di trattamenti medicinali prolungati. Tra le persone che sosteniamo ci sono malati di distrofia, di diabete, di disturbi cardiovascolari gravi, e senza residenza anagrafica, provvedere alla loro cura diventa un’impresa”. Paradossalmente diventa più agevole l’assistenza per i senza dimora immigrati che possono usufruire dei trattamenti previsti per stranieri temporaneamente presenti: “Un lavoro importante lo svolgono a Napoli alcuni ambulatori. Penso ai medici che si occupano dei rom a Capodichino o al presidio medico dell’Ascalesi. Da parte dei migranti c’è però ancora il timore di rivolgersi alle strutture pubbliche per non essere denunciati. In genere non è così, ma purtroppo un caso  come quello recentissimo di una persona denunciata da un medico di un ospedale napoletano perché sprovvisto di documenti, non contribuisce a fugare le loro paure”.

Una risposta è venuta in questi giorni dalla solidarietà di tantissime persone che hanno raccolto medicinali per il Banco Farmaceutico: un 24 percento di donazioni in più rispetto alla raccolta 2012. . Sono stati oltre 3mila i medicinali raccolti ad oggi in città e provincia dalla Fondazione e distribuiti a 14 associazioni che lavorano a favore dei più bisognosi: dal Centro Astalli sud alla Caritas “San Vincenzo Pallotti”, dall’Unitalsi alla casa di riposo “San Michele Arcangelo”, dalla Parrocchia “Santi Ciro e Giovanni” alla Comunità di Sant’Egidio.
La Fondazione Banco Farmaceutico ha inoltre siglato un protocollo con la Fondazione Pellegrini e Convalescenti di Napoli. “L’accordo -ha spiegato Tiziana Donnianni, delegato territoriale del Banco- ci permetterà di donare alla Fondazione Pellegrini i farmaci necessari al sostentamento del loro ambulatorio medico, dove chi è indigente può ottenere gratuitamente visite specialistiche e, appunto, i farmaci necessari per le terapie da seguire”. La Fondazione Pellegrini dunque va ad aumentare il numero delle strutture alle quali il Banco devolverà i farmaci raccolti nella giornata nazionale di febbraio e con le donazioni aziendali: “Il nostro lavoro -conclude la Donnianni- raggiunge, ogni anno, quasi 3mila persone che altrimenti non avrebbero come curarsi”.

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