Stop a violenza e discriminazioni di genere

Venerdì si celebra la giornata mondiale contro l’omofobia.

Gay-pride-2Lo scorso anno si sono registrate in Italia circa trenta aggressioni gravi a danno di omosessuali. A fronte degli episodi eclatanti di violenza omofoba sono quotidiani i casi di offesa, intimidazione, discriminazione di cui sono vittime i membri della comunità LGBTQ a non fare statistica.

“E’ un problema culturale e legislativo. Il nostro Paese è tra i più arretrati in Europa su questo fronte”, spiega Fabio Corbisiero, docente di sociologia, che in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, venerdì,  presenterà al Maschio Angioino il volume “Comunità Omosessuali”. Dopo anni le associazioni per i diritti LGTBQ ritrovano armonia e promuovono iniziative unitarie.

L’Italia resta fanalino di coda nel riconoscimento dei diritti delle minoranze di genere. Ad attestarlo il report annuale del Ilga Europe che monitora per l’Unione Europea il livello di inclusione sociale dei cittadini LGBTQ nei singoli stati. Dati che vengono sviluppati a partire da indicatori relativi alla non discriminazione, alle norme contro i comportamenti omofobici, al riconoscimento delle coppie dello stesso sesso e dei diritti genitoriali, alla possibilità per le persone transessuali di sposarsi con una persona del sesso opposto, e al riconoscimento giuridico del cambio di sesso per le persone transessuali. “Peggio di noi solo la Grecia”, spiega il vice presidente di Arcigay Napoli Fabrizio Sorbara, “Stati, ritenuti tradizionalmente conservatori, come Spagna e Islanda, stanno riformando i loro sistemi normativi per favorire l’inclusione dei propri cittadini omosessuali. Da noi, invece, continuano a manifestarsi resistenze inspiegabili. Per la verità più da parte della politica che della società civile”.

Una fotografia impietosa del livello dei diritti delle minoranze di genere, in cui però si fa strada uno spiraglio di ottimismo. Il più due fatto registrare nella classifica 2012 dell’Ilga, rispetto all’anno precedente, testimonia di un inizio di cambiamento che viene promosso a livello locale da singoli Comuni. E proprio Napoli, con Milano, Bologna e Padova si candida a essere città simbolo di una svolta “arcobaleno”: “L’istituzione del registro civile delle Unioni di fatto, i progetti nelle scuole, la creazione di spazi urbani dedicati, in altri termini, l’attenzione costante al tema hanno fatto della città un luogo sempre più accogliente e inclusiva”, dice Fabio Corbisiero, “Certo c’è ancora tanto da fare verso un riconoscimento pieno, ma dalle iniziative delle Istituzioni locali, più vicine alle persone, può rafforzarsi un movimento nazionale”.

Il docente di sociologia aprirà venerdì alle 12 le iniziative cittadine contro l’omofobia presentando il volume di cui è curatore, “ Comunità Omosessuali” con prefazione di Paola Concia, al Maschio Angioino che dal 15 al 17 si colorerà di rosa. A seguire la presentazione del testo teatrale “Cleopatra d’e Funtanelle” del drammaturgo Fortunato Calvino e alle 17 “Diario di una vecchia checca” del regista televisivo Nino Spirlì. Alle 18, poi, allo stadio Collana “I Pochos”, squadra di calcio interamente composta da gay, sfiderà una rappresentativa del comune.

“L’evoluzione della città dal 2009, quando realizzammo il primo Pride cittadino, è epocale”, racconta Carlo Cremona dell’associazione I Ken, “Allora regnava un becero conservatorismo. Oggi gli assessori, i presidi, i docenti, non lesinano l’utilizzo di parole tabù come “frocio” o “ricchione” per spiegare agli alunni il significato violento e offensivo che veicolano. Per noi sono passi in avanti significativi”. Proprio nelle scuole si sta lavorando in termini di educazione al rispetto delle identità di genere. Numerosi i progetti svolti e quelli già pronti in cantiere. A breve proprio I Ken partirà con un progetto dedicato ai giovanissimi nelle scuole della II Municipalità, in collaborazione con l’istituto  “Ristori” di Forcella. “Il lavoro nelle scuole è fondamentale, puntiamo ad incrementarlo sempre di più”, ribadisce Sorbara. Rispetto al passato sembrano sanate le incomprensioni che avevano minato nel recente passato l’unità del movimento Lgtbq: “Quella del 17 sarà una manifestazione unitaria e condivisa”, dice Cremona, “Abbiamo compreso la debolezza cui ci espone l’essere divisi. Proprio la crisi e il costante rifiuto delle nostre istanze hanno fatto in modo che ci ritrovassimo più uniti e forti”. 

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