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Giovedì 28 Marzo 2024




Salva Imprese: gli effetti sul Terzo settore

Entro il 30 aprile gli enti locali dovranno certificare i debiti.

decreto-salva-impreseTra chi è in attesa di comprendere quali esiti avrà il decreto “Salva Imprese” sul proprio futuro c’è l’intero comparto del Terzo Settore. In Campania gli effetti della manovra di ripianamento del debito della Pubblica amministrazione sul settore specifico del welfare non sono al momento computabili.

A cominciare dal Comune di Napoli, gli enti locali non hanno la disponibilità di cassa che consentirebbe loro di iniziare a scalare il cronologico, in deroga al patto di stabilità. Entro il 30 aprile dovranno consegnare alla Cassa depositi e prestiti l’anticipo di liquidità per saldare il debito.

I crediti delle imprese del Terzo Settore in Campania si aggirano intorno al mezzo miliardo di euro, 110 milioni riguardano solo il Comune di Napoli. Circa la metà sono iscritti nel cronologico di Comuni, Province e Regioni, e potranno quindi essere saldati con il prestito della Cassa depositi. Il restante 50 percento riguarda invece i servizi finanziati dallo Stato, come quelli previsti dalla legge 328 o dalla 285, e i cosiddetti “indispensabili”, che dipendono direttamente dalle casse degli enti. “Impossibile dire ora se ci sarà un beneficio specifico per chi opera nel welfare. Bisogna aspettare che gli enti certifichino il credito e capire quanto verrà erogato dallo Stato nei singoli casi”, spiega Giacomo Smarrazzo di Legacoop Campania, “Di sicuro potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per le casse dei comuni e consentire di rifinanziare servizi fondamentali di assistenza”.

Dei 40 miliardi che saranno erogati nei prossimi 12 mesi si stima che alla Campania saranno destinati 6 miliardi. Napoli, come tanti comuni del Sud in sofferenza di cassa, non potrà cominciare a dare seguito ai pagamenti del cronologico come previsto dal decreto in deroga al patto di stabilità. Potrà, invece presentare la richiesta di convenzione al Ministero del Tesoro entro il 30 aprile con il computo dei debiti cumulati fino al 31 dicembre 2012 e attendere il responso della Cassa depositi e prestiti per un finanziamento da restituire in trent’anni. “Evidentemente la norma favorisce gli enti virtuosi che dispongono di riserve di cassa”, continua Smarrazzo, “C’è il rischio di un commissariamento tecnico degli enti, che, dovranno rientrare del debito aperto con il Tesoro”.

Luca Romano

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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