Da Napoli a Venezia: la rivincita dei film sociali

la-basLà-Bas vince il Leone del Futuro (premio Luigi De Laurentiis per l'opera prima) alla mostra del Cinema di Venezia. Il film che racconta la vita dei migranti nell’hinterland napoletano, in bilico tra sfruttamento e criminalità, è solo l’ultimo lavoro di impegno civile prodotto da I figli del Bronx. L’ideatore del progetto Gaetano Di Vaio: “Adesso devono essere proprio i marginalizzati a mettersi dietro la macchina da presa e raccontarsi”.

In principio fu Pummarò, la storia di un ragazzo africano che si mette in viaggio alla ricerca del fratello scomparso in Italia. Era il 1990 e Michele Placido, alla sua prima esperienza alla regia, raccontava gli albori di un’Italia che diventava meta di immigrazione. Per la prima volta finivano sul grande schermo lo sfruttamento, la povertà, la violenza subita dai braccianti di colore, nelle campagne di casa nostra. Vent’anni dopo La-Bàs, di Guido Lombardi, anche lui all’esordio, scatta una nuova istantanea della storia degli immigrati nel nostro Paese. Una realtà per molti versi mutata, nella quale restano però uguali degrado e marginalizzazione. Ancora una volta si prende spunto da un viaggio. Quello di Youssouf, che decide di partire dall’Africa alla volta di Castel Volturno per raggiungere lo zio Moses che lì si è arricchito. Presto scopre che quella fortuna deriva dai proventi della droga e che lo zio è uno dei capi clan africani che si spartiscono lo spaccio nella zona.  Da qui inizia un romanzo criminale con il protagonista in bilico tra la possibilità di vivere nel benessere e il rifiuto del mondo camorristico, che per un immigrato significa quasi ineludibilmente povertà e sfruttamento. Un dilemma che viene tragicamente annullato dalla strage del 18 settembre 2008, che ispira il film, quando la camorra senza distinzioni decide di mandare un folle messaggio ai clan africani rivali, uccidendo con un' azione terroristica sei migranti presi a caso.

Esther Elisha, nata a Brescia da padre del Benin e madre siciliana, è l’unica professionista del cast. Per gli altri ruoli principali Lombardi ha voluto esordienti. Li ha scelti nel ricchissimo e sconosciuto mondo dell'underground musicale africano che ha scoperto realizzando come operatore i video di feste etniche di Castel Volturno. Da questo mondo provengono i due protagonisti, il musicista Kader Alassane (Yossouf),  e Moussa Mone (Moses), produttore commerciale di una casa discografica, e i coprotagonisti Serigne Faye e Alessane Douulougou. Mentre è nata e vive a Bacoli Fatima Traore, giovane studentessa, che ha cominciato a lavorare come modella.  “Una scelta che si è rivelata vincente, sembrava avessero il pieno controllo della scena. E’stato veramente sorprendente vederli recitare così bene. Spero proprio che possa essere un viatico per carriere cinematografiche”, racconta Francesca Amitrano, che ha curato la bella fotografia del film. La gestazione è stata laboriosa, la sceneggiatura è rimasta a lungo nel cassetto perché non si trovavano finanziamenti. Il riconoscimento prestigioso ottenuto con il premio della settimana della critica, potrebbe dare un nuovo slancio alla distribuzione del film.

La produzione è di Eskimo, Minerva Pictures Group e Figli del Bronx. Il film ha anche un sostenitore “sociale”: il gruppo Gesco attraverso il suo settore di nuova imprenditoria sociale “Farepiù”, da sempre affianco a Figli del Bronx.

Questi ultimi hanno portato al Lido anche un altro film, Radici, di Carlo Luglio, un documentario con protagonista Enzo Gragnianiello, presento nelle “Giornate degli autori”. Gaetano Di Vaio, fondatore, approdato alla regia e alla produzione cinematografica, dopo essere passato per la tossicodipendenza e il carcere rimarca l’importanza di spingere verso una new wave di impegno civile a Napoli: “Da quando abbiamo cominciato a teatro con Peppe Lanzetta, l’impegno sociale è stato il nostro marchio”. Lombardi lo ha conosciuto come seconda macchina nelle riprese del film da lui prodotto “Napoli, Napoli, Napoli” di Abel Ferrara (di cui sta producendo un altro film in questi mesi), e l’idea lo ha subito convinto. Ora però vuole compiere un salto ulteriore: “Vorrei che fossero proprio i marginalizzati a raccontare le loro storie, come sceneggiatori e registi. Abbiamo in mente un progetto produttivo in questo senso. Una scuola che formi professionalità e realizzi prodotti. Ne stiamo discutendo con il Comune. Non si tratta di fare assistenzialismo con fondi a pioggia. Noi vogliamo fare impresa promuovendo talenti”.

Il film sarà presentato in anteprima nazionale alla Casa del Bambino di Castelvolturno (Caserta) sabato 17 settembre 2011 alle ore 19.00, proprio nei luoghi che fanno da scenario al film, per ricordare la strage di camorra che lo ispira, nella quale tre anni fa persero la vita sei persone innocenti di nazionalità africana.
L’iniziativa è promossa dal gruppo di imprese sociali Gesco (che ha sostenuto la realizzazione del film) con i Missionari Comboniani di Castelvolturno, La Casa del Bambino, l’Associazione Black and White, la casa di produzione Figli del Bronx, in collaborazione con gli assessorati alle Politiche Sociali e alla Cultura del Comune di Napoli e il Centro Territoriale Mammut. L’ingresso è gratuito.
Alla proiezione parteciperanno: il regista Guido Lombardi, l’attore protagonista Kader Alassane Abdou, gli assessori alle Politiche sociali e alla Cultura del Comune di Napoli Sergio D’Angelo e Antonella Di Nocera, il presidente della Film Commission della Regione Campania Valerio Caprara. Saranno, inoltre, presenti i produttori, tutti gli attori coprotagonisti e coloro che hanno collaborato alla realizzazione del film.

l.r.

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