Rifugiati, la Prefettura cerca una via d’uscita

Le possibili soluzioni a meno di due mesi dalla fine dell’emergenza.

Prefettura di NapoliIl foglio che attesti il loro permesso umanitario, un titolo di viaggio gratuito o quanto meno scontato per potersi spostare sul territorio nazionale,  e un assegno come buona uscita per poter affrontare i primi mesi fuori dal circuito della protezione. Queste le richieste dei richiedenti asilo avanzate in un incontro con il vice prefetto di Napoli Gabriella D’Urso.

Il countdown è cominciato. Mancano 40 giorni alla fine dell’emergenza. Poi i 700 richiedenti asilo ospitati negli hotel napoletani saranno messi alla porta. Alcuni albergatori sperano prima,hanno già comunicato alla Prefettura la loro intenzione di non rinnovare il contratto di affido. Sono in arrivo turisti e la presenza dei profughi libici non fa più gola come nel luglio 2011 quando i cumuli di immondizia in strada avevano cancellato la città dagli itinerari dei visitatori. Si cerca quindi una soluzione in tempi rapidi. Mercoledì è avvenuto il primo incontro  tra i rappresentanti dei rifugiati e il prefetto, subentrato dal 1 gennaio come responsabile del post emergenza alla gestione della Protezione Civile regionale.

Alla dottoressa D’Urso hanno chiesto tempi rapidi per i permessi, un titolo di viaggio gratuito, assicurazioni sull’assistenza sanitaria e possibilmente una buona uscita economica. Soluzione adottata già in altre regioni. “E’ stato finalmente un incontro costruttivo”, dichiara Jamal Quaddorah, responsabile Immigrazione della Cgil Campania, “Per la prima volta dopo un anno e mezzo abbiamo avuto la sensazione di una disponibilità reale alla soluzione dei problemi. Abbiamo stabilito un crono programma per accompagnare i ragazzi nella maniera meno traumatica possibile verso la fine dell’emergenza”.

Dalla prefettura hanno già annunciato che entro il prossimo 15 gennaio saranno pronti il 70 percento dei permessi. Una sollecitazione in tal senso è stata già recapitata alla questura. Poi ci saranno alcuni giorni di tolleranza prima che vengano messi fuori dall’albergo. Sulle altre richieste il rappresentante del governo ha invece rinviato ad un consulto con il ministero. “Chiediamo di poterci spostare a cercare un lavoro e qualche soldo per poter sopravvivere qualche mese fittando una stanza”, spiega un rappresentante dei richiedenti, “In fondo faremmo risparmiare sui soldi che dovrebbero essere spesi per pagare gli albergatori fino alla scadenza del 28 febbraio".

Nell’immediato associazioni e sindacati compileranno la lista degli interventi urgenti e dei casi speciali da affrontare con percorsi individuali. Tra cui quello di un ragazzo malese che di recente si è scoperto essere malato di tubercolosi. “Inoltre sarà necessario provvedere all’esigenza di chi ha cominciato a Napoli percorsi di studio ed è intenzionato a proseguirli”, continua Jamal, “Per questo abbiamo chiesto al prefetto di mobilitare gli assessori regionali e cittadini al lavoro e alle politiche sociali. Due mesi sono pochi per poter fare tutto quanto non è stato fatto prima, ma non possiamo mortificare esperienze positive di impegno all’integrazione”. Il prossimo incontro è fissato tra 10 giorni.

LR

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