Il Welfare non è un lusso propone “La Carta di Cittadinanza”

Un documento per contrastare l'esclusione e garantire i diritti.

welfare-striscioneQuattro pagine in cui è riassunta una visione di Politiche sociali sostenibili che guarda oltre la crisi nazionale e la contingenza napoletana. Gli operatori sociali, uniti nella vertenza "Il Welfare non è un lusso", presentano "La Carta di Cittadinanza", per promuovere una strategia culturale, sociale e comunicativa in difesa dei più deboli. "Da Napoli e dal Sud nasce una rivendicazione di più ampio respiro che vuole diventare modello europeo" dicono i promotori.

"I diritti sociali, civili, politici ed economici delle cittadine e dei cittadini sono indivisibili e devono essere esigibili", si legge nell'introduzione al documento che guarda sin da principio al contesto più ampio delle politiche europee, "Il modello di sviluppo dell'Europa deve essere ispirato ad un pardigma che tuteli i beni comuni e la qualità della vita delle comunità locali". Dopo i principi sono elencati gli interventi richiesti con urgenza al Governo: "Prioritario è il rifinanziamento del fondo per le Politiche sociali che pure era stato annunciato da tempo", spiega Pasquale Calemme, portavoce di "Il Welfare non è un lusso, "Dal 2008 ad oggi è stato decurtato dell'80 per cento, si è passati da 2 miliardi di euro a soli 113 milioni. A farne le spese disabili, anziani e tossicodipendenti e bambini in difficoltà. Per non parlare della Campania dove si registra uno zero negli investimenti per il Terzo Settore".

Un'ampia parte del documento è proprio dedicata alla situazione campana e napoletana: "Da un lato perchè è da qui che nasce la nostra battaglia", continua Calemme, "dall'altro perchè può essere considerato un paradigma dello sfaldamento dei diritti".  Si invoca un tavolo tra parti sociali e enti pubblici per trovare soluzioni e ripensare gli interventi: "Serve trasparenza, dalla Regione pretendiamo che si assuma la responsabilità legislativa, come imposto dalla Costituzione, per garantire i servizi essenziali, dal Comune che sia fatta finalmente chiarezza su debito, piano di rientro e programmazione futura", chiede Salvatore Esposito, tra gli estensori del documento, "Occorre ristabilire livelli dignitosi di assistenza, in tutti i paesi europei gli investimenti per le politiche sociali sono almeno il doppio".

La situazione campana e napoletana resta drammatica. Tanti gli operatori sociali senza stipendio da mesi, in molti già in regime di disoccupazione. Fermi i servizi per l'infanzia e la famiglia: "Sono almeno 700 i posti a rischio sui 2mila operatori in città. Come se stesse per chiudere una grande fabbrica impegnata nella produzione di cittadini affrancati dal disagio", dice Antonio De Andrea, sociologo. Per il 21 prevista una manifestazione cittadina per chiedere al comune un piano di rientro dal debito e sulle prospettive future: "Il 21 forse non finirà il mondo come predetto dai Maya, ma molto più probabilmente rischia di finire il mondo del welfare", attacca Fedele Salvatore, presidente del Corcof, "La risposta alle difficoltà non può essere sempre che non ci sono soldi. In tempo di crisi chiediamo alle Istituzioni uno scatto di coraggio e inventiva.  Non si può restare più a lungo neutrali rispetto all'erosione dei diritti, bisogna schierarsi".

Il testo della Carta di Cittadinanza di Napoli è scaricabile dalla pagina facebook: comitatoilwelfarenonèunlusso

LR

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