“Via gli zingari da Lago Patria”

Manifestazione contro l’insediamento Rom tra slogan razzisti e minacce

rom-campo-giuglianoIn quattrocento hanno bloccato l’asse mediano e si sono diretti verso il nuovo insediamento dei Rom sgomberati mercoledì da Giugliano. Necessario un cordone di sicurezza dei carabinieri per impedire lo scontro. La tensione resta altissima. Sul gruppo “Cacciamo i Rom da Lago Patria” si legge: “prendiamo esempio da Ponticelli”.

“Devono morire, bruciati”. A dirlo è un ragazzino che avrà avuto al massimo dieci anni. Le sue parole sono la sintesi di quanto urlano gli adulti. Padri e madri hanno portato con sé i figli mostrando orgogliosi la determinazione con cui difendono casa, beni e famiglia da “questi zingari sporchi, ladri e assassini”. Sono in tanti, circa quattrocento. Alle 9 del mattino bloccano l’asse mediano e si dirigono verso l’uscita della superstrada di Lago Patria dove un centinaio di Rom ha trovato riparo provvisorio dopo lo sgombero di mercoledì dall’area industriale di Giugliano. “Se non li caccia la polizia ci pensiamo noi”, dicono mentre avanzano. “E’ certo che li odio”, dice un signore ben vestito sui cinquant’anni, “Non lo sapete che rubano, è una settimana che non dormo”. Ma sono qui da ieri?, “Allora non lo capite? Qui, a Giugliano o a Licola, non cambia niente. Noi siamo gente per bene, vogliamo stare tranquilli”, risponde una signora, “Devono tornarsene al loro paese”. Tra i manifestanti si alimenta la rabbia attraverso i racconti: “rubano in casa”, “guidano senza assicurazione e possono investire chiunque”, e in crescendo “in tre hanno inseguito una mia amica per provare a violentarla”, così fino al classico “ho scoperto due di loro a fissare mio figlio”. Quelle roulotte scalcinate in mezzo al nulla spaventano come l’uomo nero. In un territorio dove la camorra nel silenzio e per anni ha avvelenato i campi, fatto scempio del paesaggio con l’abusivismo e ucciso i pochi che osavano ribellarsi, la reazione è immediata: “Via subito!”

I carabinieri bloccano il corteo su un cavalcavia. In basso si avvicina un gruppo di Rom, i bambini impauriti aggrappati ai genitori. Prova a parlare una signora anziana, è respinta dagli insulti e si allontana. Prova a spiegarsi allora un uomo, chiede sbracciando un attimo d’attenzione: “Per piacere dieci giorni e ce ne andiamo”, dice, “dateci il tempo di trovare un altro posto. Credete che a noi faccia piacere stare qui, vicino a una strada dove le macchine corrono veloci e i nostri figli sono in pericolo?”. Tra i manifestanti una signora in preda a una crisi isterica grida: “Non gli credete. Si vestono da pecorelle, poi stanotte verranno a vendicarsi”. Qualcuno dice di aver visto alcuni Rom raccogliere pietre per lanciarle verso di loro, altri notano una pompa attaccata abusivamente a un tubo dell’acqua: “Ma con chi vogliamo ragionare? Con queste bestie?”. Il dialogo è impossibile. I residenti chiedono l’intervento del sindaco, continueranno a presidiare l’area. “Se non saranno sgomberarti e presto non ci saranno carabinieri che tengano”, promettono. 

Dopo lo sgombero di mercoledì ordinato dalla magistratura per la necessità di bonificare da rifiuti tossici l’area su cui sorgeva il campo, Opera Nomadi e le associazioni che da anni seguono le vicende dei Rom di Giugliano lavorano a una soluzione. Si cercano terreni da fittare dove stabilire le roulotte in attesa di una sistemazione finalmente dignitosa. Il rischio che le proteste degenerino in violenza appare alto. Per farsene un’idea basta visitare il gruppo Facebook “Cacciate i Rom da Lago Patria”, in poche ore ha raccolto circa millecinquecento adesioni. “Quando ero piccola ed incontravo qualche zingaro.....fuggivo con vera paura.....adesso li scanzo con vera rabbia”, commenta Ida. Alle vie di fatto vuol passare Luca: “mine anti uomo intorno agli insediamenti di questi bastardi”. Vincenzo sa anche come: “Ce un solo modo per far cambiare idea alle autorità che c'è li hanno portati nelle nostre case... Questo modo chiedetelo agli abitanti di Ponticelli...”. Era il 2008 e per chi non ricordasse fu il fuoco di un incendio doloso a cacciare i Rom. Vergogna.

Luca Romano

Il campo presso l'Auchan di Giugliano da cui sono stati sloggiati i rom

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