“Case non centri Commerciali”

Il Comune di Napoli racconta il piano urbanistico sostenibile

Napoli-aereaSi sta svolgendo a Napoli il World Urban Forum, incontro internazionale in cui si discute di urbanizzazione sostenibile del pianeta. Cosa si sta facendo e cosa si farà nella nostra città per migliorare la qualità della vita dei cittadini? Ce lo racconta Luigi De Falco, assessore all’urbanistica del Comune di Napoli.

A chi vive a Napoli può apparire quasi un paradosso che sia stata scelta come sede del Wuf, la nostra città tristemente nota per il traffico, i fitti altissimi, intere famiglie che vivono in pochi metri quadri, pochi servizi delle periferie.
Eppure grazie all’attuale amministrazione, si stanno compiendo veloci passi in avanti nella direzione della  vivibilità del più importante bene pubblico a partire dall’iniziativa di chiudere il centro storico al traffico e di liberare il lungomare.

Il prossimo passo è il piano regolatore: “Abbiamo approvato una delibera in Giunta e stiamo lavorando per presentarla al Consiglio Comunale per la realizzazione di 20.000 nuovi vani ad uso residenziale ottenuti dalla riconversione di ex aree industriali e spazi dedicati al terziario. Insomma puntiamo ad avere meno centri commerciali e più case”- spiega Luigi De Falco, assessore all’urbanistica del Comune di Napoli.
La variante all’ultimo piano regolatore del 2004, definita “edilizia residenziale sociale”, punterà a ricavare nuovi spazi abitativi senza costruire nuovi edifici, in particolare nella zona occidentale e orientale della città, come San Giovanni, Barra, Miano.

Per quanto riguarda il centro storico si pensa di utilizzare palazzi del patrimonio comunale per realizzare servizi pubblici alimentati da energia pulita a partire dagli asili nido, di cui la città è particolarmente carente.
Una volta approvata la delibera in Consiglio, si spera entro l’anno, il progetto verrà affidato a una commissione urbanistica cui parteciperanno anche le associazioni ambientaliste e le università napoletane, in particolare quella di architettura.

Conoscendo la situazione dissestata del bilancio comunale sorge spontaneo chiedersi con quali risorse verrà effettuato l’ambizioso progetto. Ecco che entrano in campo i privati: “una parte degli edifici verranno concessi ad imprenditori che realizzeranno edilizia privata e che si impegneranno a riconvertire e ristrutturare l’altra parte per l’edilizia popolare che rientrerà nel patrimonio comunale. Gli stessi appartamenti privati potranno essere acquistati o fittati a prezzi calmierati ai “nuobvi poveri” come giovani coppie di precari o famiglie in cui il capofamiglia ha perso il lavoro Contestualmente alla realizzazione delle abitazioni gli imprenditori saranno tenuti a riqualificare il territorio con attrezzature, verde, parcheggi, centri sportivi”-continua De Falco.

Nell’ambito del Wuf, “Homeless International”, associazione internazionale che si occupa degli abitanti degli slums ha manifestato l’esigenza di pensare a chi nel mondo una casa non ce l’ha e in questo senso anche gli homeless napoletani avrebbero molto da dire sulla carenza di posti letto in città.
Eppure nel settecento i senza casa avevano a disposizione il maggiore palazzo monumentale di Napoli: il Real Albergo dei poveri. Tanti sono i progetti di riutilizzo realizzati negli anni fino a quello della “città dei giovani” e che tuttavia non si sono concretizzati per la mancanza fondi.

Solo per ristrutturare la struttura si stima una spesa di 32 milioni di euro. “Sono attivi protocolli d’intesa con le università- conclude l’assessore-, ma si sono fatti passi indietro negli anni proprio perché mancava il finanziamento che il sindaco, per superare l’impasse del patto di stabilità, sta chiedendo all’Europa come “intervento straordinario”. Ritengo che una volta ottenuti i fondi la struttura è così grande che potrà essere utilizzata per più funzioni, tra cui quella storica di alloggiare i senza casa”.

Intanto sembra quasi certa l’attribuzione di un finanziamento per ristrutturare la struttura dei Cristallini nella Sanità che verrà utilizzata per fini sociali come asilo e centro aggregazione per anziani.

AdG

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