Campania fanalino di coda nelle politiche sull’Infanzia

A Napoli esperti a confronto su ritardi e inefficienza dei servizi per i più piccoli

convegno-infanzia-giugno-2012“No ad interventi spot per le politiche sull’infanzia, serve piuttosto un impegno concreto di Stato, Regioni e Comuni per raggiungere gli standard europei”: gli assessori alle Politiche Sociali D’Angelo e all’Istruzione Palmieri criticano l’annuncio del ministro dell’Istruzione Profumo sulla realizzazione di 18mila nuovi posti negli asili nido meridionali, “obiettivo difficilmente realizzabile che rischia di deludere le aspettative con un effetto boomerang”.

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Nella nostra regione la disponibilità di posti negli asili nido pubblici è ferma al 3 percento del fabbisogno, una percentuale molto distante dal 12 percento, fissato come obiettivo europeo dalla Carta di Lisbona, lontanissima poi dal 33 percento raggiunto da Toscana, Emilia Romagna e Marche. Questo il dato di partenza su cui si è sviluppato il confronto tra esperti e  amministratori durante il convegno “Politiche per l’Infanzia, Politiche per lo Sviluppo”, promosso dal gruppo di imprese sociali Gesco, che si è tenuto oggi (15 giugno n.d.r.) all’Hotel Mediterraneo di Napoli.

“Un bambino che non ha avuto un’esperienza in un asilo ne risente in termini di formazione negli anni successivi”, spiega la dirigente di settore per il Cnr Ida Mazzarella,. “Un tema fondamentale la cui importanza è riconosciuta in Europa e soffre di gravi ritardi nel nostro Paese”. Il ritardo della Campania nelle politiche per l’Infanzia appare evidente: su una popolazione di 180mila bambini tra gli 0 e i 2 anni e il  nido  è un diritto negato per almeno 174mila. Situazione critica anche a Napoli: quest’anno solo 1450 bambini sono andati a nido, mentre più di 1000 sono rimasti  in lista d’attesa. In città si contano solo 36 nidi comunali, con una copertura del 5,8 percento del fabbisogno. Inoltre Napoli è l’unica città campana dove il servizio è presente solo a tempo ridotto (in media 6 ore al giorno contro le 9 del tempo pieno).

Di fronte a questa situazione, inadeguata risulta la proposta di legge regionale campana e inattuato è anche il Piano straordinario del governovarato dalla Legge finanziaria del 2007 per gli asili nido, visto che la Campania (insieme alla Calabria) è ancora l’ultima regione in Italia per numero di bambini accolti negli asili nido pubblici: appena il 2,7 per cento rispetto a una media nazionale dell’11,30 per centoentrambe lontane comunque dalla soglia minima del 33 per cento fissata dall’Unione Europea con la Carta di Lisbona del 2000. “È una questione culturale, oltre che politica” spiega il vicepresidente di Gesco  e responsabile del programma Asili nido del gruppo Michele De Angelis, “Non si afferma ancora come fondamentale la necessità di avviare un percorso pedagogico a partire dagli asili e non si ammette il bisogno delle donne di essere supportate nella crescita dei figli”.

La consigliera regionale del Pd, segretario della Commissione Scuola, Angela Cortese fa risalire ai tagli del governo del 2008 l’inizio dello smantellamento del sistema dei servizi per l’Infanzia nella nostra Regione: “L’ultimo esecutivo Prodi aveva posto come prioritarie le politiche di sviluppo della scuola e gli effetti positivi si videro anche in Campania”, spiega, “lo dimostrano i dati: nel 2008 registrammo l’apertura di almeno un servizio nel 50 percento dei comuni, l’anno successivo con i primi tagli del governo Berlusconi la percentuale era scesa al 33”.

Critici con gli interventi del governo Monti, invece, gli assessori D’Angelo e Palmieri. “Serve dare concretezza al principio della sussidiarietà tra Stato, Regioni e Comuni sul tema dell’infanzia. Ad oggi non mi sembra che sia stato fatto nulla di concreto in tal senso”, accusa D’Angelo, “Promettere 18mila nuovi posti negli asili come ha fatto il ministro Profumo, farlo da un territorio come quello di Scampia che subisce tagli alle Politiche sociali di ogni tipo e sopravvive grazie alla dedizione e l’impegno delle associazioni territoriali, è uno spot inutile e controproducente”. Una presa di posizione condivisa dalla collega di giunta Palmieri: “Sto ancora aspettando che mi informino su quanti di quei nuovi posti dovranno essere realizzati a Napoli”, e insiste sui tagli: “ Oggi a Napoli ci sono 37 asili nido, altri 3 stanno per essere aperti e puntiamo a renderli funzionanti entro ottobre. Resta però un numero insufficiente e non si può fare di più perché non c’è sufficiente copertura economica”.

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