La “Nuova cucina organizzata” chiude i battenti

Rischia di fallire un’esperienza virtuosa di gestione beni confiscati

peppe-paganoPeppe Pagano alla fine getta la spugna, il 25 maggio con una manifestazione la Nuova Cucina Organizzata (Nco, acronimo che fa il verso alla camorra di Cutolo) interromperà le sue attività: “Colpa dell’indifferenza delle Istituzioni”.  L’esperienza di gestione dei beni confiscati che aveva consentito a decine di ragazzi disabili percorsi di inserimento  lavorativo si esaurisce così dopo anni di “resistenza”.

Non sono servite manifestazioni, proteste, lo sciopero della fame di Peppe Pagano e degli altri operatori della Nco,  dall’Asl e dalla Regione non è mai arrivato il via libera per lo sblocco dei budget di salute necessari per finanziare i percorsi di terapia e reinserimento lavorativo dei disabili affidati alle cure. Lunedì, con una manifestazione pubblica, verrà chiuso il ristorante pizzeria sociale Nuova Cucina Organizzata di San Cipriano d’Aversa e saranno riconsegnate le chiavi dei beni confiscati dove si utilizza la metodologia dei budget. L’annuncio in una lettera indirizzata al presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro. Durissime le accuse: “Dove pure la camorra aveva fallito, a fronte dei tanti atti intimidatori tesi a chiudere le nostre esperienze, è riuscita l’inerzia e la l’inottemperanza delle Istituzioni”.

Il ricorso alla modalità dei budget di salute ha fino ad ora rappresentato un modello esemplare di gestione dei Beni Confiscati. Nel ristorante della Nco lavorano come cuochi e camerieri tanti ragazzi disabili passati attraverso percorsi terapeutici. “Come ben sa si tratta di una metodologia socio – sanitaria già sperimentata con straordinari risultati”, scrive Pagano a Caldoro, “sia in termini di garanzia del diritto alla salute che di risparmio per la spesa sanitaria regionale”. Da tempo però i fondi sono bloccati. Dalla Regione manca un decreto che recepisca le linee guida della legge regionale che disciplina la materia dei budget. La Nco ha provato a resistere, i costi sono divenuti però insostenibili senza un supporto istituzionale.

Attacco a chi gestisce i beni confiscati.Per la Nco il mancato finanziamento dei budget è un colpo da una parte al sistema terapeutico, dall’altra al recupero sociale dei beni confiscati: “L’abbiamo invitata (Caldoro n.d.r) ad evitare che nei confronti dei soggetti cogestori impegnati sui beni confiscati si potessero avviare strategie di delegittimazione, invece sono anni che siamo vittime di un accanimento (in allegato il plico con le varie iniziative messe in campo per scongiurare i continui attacchi) che tenta in tutti i modi di impedire che la promozione e il riscatto del nostro territorio attraverso i beni confiscati possa avvenire”, si legge nella lettera,“Come ben sa lavoriamo su territori molto complessi, dove, tra l’altro, gli attuali accadimenti legati alla lotta alla camorra stanno determinando una situazione  ancora più rischiosa per quanti si pongono in un cammino che vuole perseguire giustizia sociale e legalità, per cui, oggi ancora più di ieri queste terre non hanno necessità di nuovi eroi esposti al martirio”.

Le reazioni.“La notizia della chiusura della Nuova Cucina Organizzata e della sospensione delle attività sui beni confiscati che lavorano con i budget di salute è una sconfitta dello Stato”, dicono Enzo Amendola, segretario regionale Pd Campania, e Antonio Amato, presidente della commissione regionale Antimafia.  “La Nco e le tante esperienze nate della provincia di Caserta rappresentano un'eccellenza nazionale che ha ispirato anche la nuova legge sui beni confiscati della Campania. Il filo rosso di molte di queste esperienze è l'utilizzo dei budget di salute, strumento socio sanitario che consente ai più deboli e svantaggiati di riappropriarsi dei loro diritti, avere una casa, lavorare. Il tutto con un forte risparmio per la sanità regionale”, proseguono Amendola e Amato, “Da tempo l'Asl di Caserta ostacola questi percorsi nonostante una specifica norma regionale contenuta nella legge finanziaria”. spiegano “Nel giorno dell'anniversario della strage di Capaci» concludono Amendola e Amato, “questa notizia fa ancora più male. Caldoro batta un colpo, si faccia sentire e non permetta che queste straordinarie esperienze siano costrette a chiudere. La responsabilità ricadrebbe interamente su di lui”.

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