Rent boys, ragazzi in affitto e vite ai margini

Le storie diversamente normali e le politiche giuste per farne tesoro

Mettere al centro le persone – dar loro nome, voce, volto – proiettare gli invisibili nell’aula magna di un’università, guardare ed ascoltare quanto quotidianamente ci neghiamo agli occhi, come se la vita di altri lontani da noi avvenisse fuori dalla nostra soglia di consapevolezza. L’iniziativa “Nonostante voi, storie di persone diversamente normali” è questo: un’intera giornata dedicata al sociale all’interno del Festival del Cinema dei Diritti Umani, promossa dal gruppo Gesco per fare il punto sulla complessità dei fenomeni cittadini e sulla loro molteplicità.

La  Facoltàdi Scienze Politiche della Federico II è stata teatro del primo incontro dal titolo: “Le politiche – le persone – i fenomeni sociali. Per un giusto equilibrio tra tutela dei diritti e sicurezza urbana”. Dopo i saluti del preside Musella, il documentario “Rent boys” diretto da Luca Oliviero per la cooperativa sociale Dedalus è una via d’accesso alla “scena nascosta” della città e della nostra realtà quotidiana: a Napoli, ogni sera, si prostituiscono circa 400 persone che hanno, in media, 3-4 rapporti. Chi sono, e chi i loro clienti? Il film, incentrato sulla prostituzione maschile a Napoli prova a dare una risposta, a lanciare un seme di discussione, sviscerata tra gli altri da Andrea Morniroli, presidente della cooperativa Dedalus, Lella Palladino, presidente della cooperativa Eva, Luciano Guardieri, medico, Paolo Patanè, presidente nazionale di ArciGay, FrancescoLa Barberae Armando Vittorio, docenti della Facoltà di Scienze Politiche. Ad esser chiaro è che se il lavoro sociale ha un futuro al di là dei tagli deve riuscire a costruire una discussione politica e innescare nuovi processi culturali sull’agire: chi lavora con le marginalità sa che i percorsi di emancipazione delle persone più deboli diventano difficili quando esse vivono nell’invisibilità di un mondo che punta a governare le paure e non a risolverle.

Raffaella R. Ferré

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