Save the Children: “Mamme e coppie spesso sole, necessario aiutarle prima, durante e dopo il parto”

In Campania assistenza carente e alti tassi di cesarei e mortalità infantile

save the childrenMamme e coppie lasciate spesso sole di fronte alle sfide della maternità e ancora forti differenze territoriali nell’assistenza sanitaria: lo rileva Save the Children nel rapporto “Mamme in arrivo”. Nell’assistenza alle “mamme in attesa” o che hanno appena partorito, dal punto di vista sanitario l’Italia vanta una qualità diffusa.

Eppure non mancano criticità, sensibili differenze a livello territoriale e anche tragedie evitabili, come la morte di una bambina appena nata, bisognosa di terapia intensiva a Catania. C’è poi una diffusa mancanza di supporto sociale a madri e bimbi, essenziale per fare fronte alle sfide che la maternità pone, anche in relazione all’età e alle condizioni psicologiche, familiari e lavorative della madre e della coppia.

“Mamme in arrivo”: il quadro italiano

Il 29% dei Punti Nascita non è in linea con i parametri, poiché vi si effettuano meno di 500 parti l’anno; eccessivo il ricorso ai tagli cesarei, pari al 36,3% dei parti, con punte ancora più elevate in Campania (61,5%), Molise (47,3%), Puglia (44,6%), Sicilia (44,8%). Differenze territoriali si riscontrano anche rispetto alla mortalità infantile che, pur tra le più basse al mondo, fa registrare un +30% nel Mezzogiorno, con picchi in Sicilia (4,8 bambini che perdono la vita entro il primo anno, su 1000 nati vivi), Campania (4,1),  Lazio (3,9) e Liguria (3,8). Lo stesso allattamento, utilizzato dall’85,5% della mamme, per una durata in media di 8 mesi l’anno, è una pratica che necessita di un sostegno molto maggiore. Aumenta il numero di mamme straniere e la maternità è portata sempre più avanti negli anni (per quanto l’età media si attesti sui 31 anni).

I consultori si sono ridotti di numero negli anni e attualmente sono 1.911, circa 1 ogni 29 mila abitanti; la copertura degli asili nido pubblici riguarda solo il  13% dei bambini 0-2 anni e scende ulteriormente in alcune regioni, toccando quota 2% circa in Calabria e Campania: d’altra parte è appena del 4,8% la percentuale di risorse destinate alle famiglie sul totale della spesa sociale.

“Fiocchi in Ospedale”: il progetto realizzato al Cardarelli

Progetti positivi ci sono, come “Fiocchi in Ospedale” realizzato all’interno dell’Ospedale Cardarelli di Napoli (avviato da Save the Children nel 2012, oltre che nell’ospedale napoletano, al Policlinico di Bari e al Niguarda di Milano per migliorare le condizioni dei bambini fin dai primi giorni di vita, attraverso il sostegno al piccolo e ai genitori). Qui, in collaborazione con l’associazione Pianoterra, presso il padiglione C, secondo piano, è attivo dal luglio 2013 (dal lun. al venerdì dalle 10.00 alle 16.00) uno sportello di consulenza e ascolto per i neo-genitori, con la possibilità di partecipare a incontri sull’allattamento, nutrizione, igiene e cura del bambino: 1058 gli adulti e i bambini coinvolti nel progetto e oltre 500  le mamme che hanno usufruito di servizi o inserite in un programma di supporto personalizzato.

L’appello di Save the Children: necessario potenziare i servizi

L’organizzazione che difende i diritti dei bambini nel mondo propone di stabilire una road map per la messa in sicurezza e l’umanizzazione di tutta la rete dei punti nascita, a partire da una chiara valutazione delle loro attuali condizioni e definendo anche eventuali utilizzi alternativi delle strutture più piccole, laddove se ne decida la chiusura. “L’estrema varietà delle età materne esige che i percorsi nascita e le relative prese in carico delle mamme tengano in conto una grande pluralità di variabili”, spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children. “Il percorso nascita non può continuare ad essere a ostacoli e bisogna intervenire perché, insieme al miglioramento dell’assistenza sanitaria, si rafforzi la rete degli interventi sociali per le neo-mamme e coppie”, continua. “Per prevenire situazioni di maltrattamento, abuso o di grave disagio materno è necessario definire protocolli che escludano, in qualsiasi circostanza, le dimissioni ospedaliere di una neomamma che mostri gravi condizioni di fragilità sociale o psicologica, senza una adeguata presa in carico”, conclude la Milano.

Il rapporto “Mamme in arrivo” è disponibile alla pagina:
www.savethechildren.it/pubblicazioni

Video con mamme coinvolte nel progetto “Fiocchi in Ospedale” al link:
www.meckifilm.it/video/video_mamme.mp4
www.meckifilm.it/video/video_mamme.rar

MN

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