Alunni non vedenti in Campania senza testi in Braille e audiolibri

brailleLa protesta della sede regionale dell’Unione Italiana Ciechi. Dimezzati gli investimenti per i supporti scolastici. E all’associazione di categoria non viene attribuito alcun finanziamento per il 2011. A un passo dalla chiusura tre sedi provinciali: “Così resteranno senza alcuna forma di assistenza circa ottomila persone”. Ferma in Commissione Bilancio una proposta di legge sul tema.

Rischiano di restare senza supporti didattici i bambini ciechi delle scuole campane. Un problema che investe circa 200 alunni a Napoli, e altrettanti nelle altre quattro provincie. La regione ha dimezzato il contributo alla Biblioteca italiana non vedenti “Regina Margherita” di Monza per la fornitura di testi scolastici in Braille e audiolibri. Si passa dai 400 mila euro del 2010 ai 200 mila dell’anno in corso. Inoltre è stato fissato un tetto di spesa  annuo di 1.800 euro per alunno alle  elementari e 3.600 per le scuole superiori. “Cifre irrisorie. Se una famiglia dovesse provvedere da sola all’acquisto dei testi per i figli non vedenti o ipovedenti dovrebbe pagare migliaia di euro. Il 100 percento in più del costo dei normali libri scolastici”, denuncia il presidente dell’Unione ciechi della Campania Pietro Piscitelli, che dichiara lo stato di agitazione permanente.

L’Uic protesta anche per il mancato finanziamento alle sue attività da parte della Regione e per la mancata liquidazione dei 22 mila euro stanziati nel 2010. Tre sedi provinciali dell’associazione, Salerno, Avellino e Benevento hanno annunciato la prossima chiusura. Non ci sono più soldi per pagare gli affitti e le utenze, con i dipendenti da mesi senza stipendio. “La Campania fino a dieci anni fa era all’avanguardia per le politiche di supporto ai non vedenti, oggi siamo fanalino di coda persino tra le regioni meridionali – attacca Piscitelli – Basti pensare che la Puglia, con un numero minore di non vedenti, stanzia più di un milione e mezzo di euro all’anno”. Nel 2001 all’Unione ciechi erano destinati 500 mila euro  che si sono progressivamente risotti fino allo zero attuale.

Oggi l’associazione in Campania conta  quattromila non vedenti totali iscritti e altrettanti ipovedenti gravi. Attraverso le sedi locali, ha fornito assistenza nel campo dell’istruzione, fornendo gratuitamente materiali didattici e supporto nello studio pomeridiano; della formazione al lavoro con corsi di aggiornamento; del tempo libero, promuovendo attività sportive e momenti ricreativi; dei trasporti, rilasciando titoli di riduzioni di viaggio su treni, aerei e navi. Tutte attività che ora rischiano di non poter essere più svolte.

L’Uic chiede la rapida approvazione di una legge regionale che fissi uno stanziamento annuo di 850 mila euro, comprensivi della spesa per i supporti scolastici. “Vogliamo solo che ci sia riconosciuto il sacrosanto diritto a studiare, lavorare e vivere una vita dignitosa”, dice Piscitelli.

 Il testo proposto è stato approvato all’unanimità dalla Commissione regionale alle Politiche Sociali il 21 marzo scorso. Da allora non si sono fatti passi avanti. Prima della discussione in Consiglio è necessario il parere sulla copertura finanziaria. Dalla Commissione Bilancio, però, non arrivano risposte.

Luca Romano

 

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