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Un burattino, una cosa pensata, realizzata e finita per sopperire alla tristezza. E uno spettacolo per raccontare a tutti che il lavoro che fanno gli operatori del centro diurno di riabilitazione "La Fiera dell’Est" INsieme agli utenti è fatto di volti, occhi, parole, voci e storie che si sovrappongono.
L’evento “La linea del cuore” di martedì 26 maggio racconta molte cose di una sfida quotidiana portata avanti presso questo centro diurno nato dal know how di una rete sociale costituita dalla UOSM 26, il gruppo Gesco e la coop Era, impegnati nella programmazione dei percorsi di cura.
Tanti i laboratori riabilitativi come quello delle "Guarattelle" andato in scena, tanti i percorsi, sempre individualizzati, dall’èquipe integrata formata da professionisti che si raccontano così: "Gli operatori vivono il tutto delle persone fragili: potremmo tracciare linee tra quello che eravamo prima di cominciare il nostro lavoro e quello che siamo oggi. Lo chiamiamo lavoro, certo, perché la fragilità è così ampia che alle volte cerchiamo di recintare degli ambiti per non perdere forza, ma un centro diurno non è una linea retta, non ha limiti: è il cerchio di Foucault”.
E per Foucault "il folle non lo si potrà riconoscere senza riconoscersi, senza sentire in sé le sue stesse voci e forze".
RRF
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