Casi di tubercolosi tra i richiedenti asilo

Tre profughi risultati positivi in un hotel napoletano.

rifugiati-in-albergo-2Per due mesi e mezzo è rimasto chiuso nella sua stanza d’albergo con la febbre alta. Gli era stata diagnosticata una semplice influenza, curata con dei mucolitici. Quando le sue condizioni sono apparse critiche è stato portato in una clinica.. Diagnosi: Tubercolosi. Ora il ragazzo maliano di 21 anni, arrivato a Napoli come richiedente asilo è ricoverato al Monaldi. E’il caso più grave, ma non il solo accertato.

I suoi compagni di stanza, sei ragazzi del Burkina Faso, si sono recati al presidio dell’Asl per farsi controllare. In tre sono risultati positivi alla Tbc anche se in forma meno grave. Una notizia che ha provocato l’allarme dei circa quaranta richiedenti asilo alloggiati al hotel Diamond di Porta Nolana, nel pieno centro della città. Della situazione è stato avvertito con una lettera delle associazioni che seguono il caso il sindaco Luigi de Magistris. “Quel ragazzo”, raccontano i compagni, “aveva avuto contatti con molte persone. Da quando era arrivato si era dato molto da fare, trovandosi dei piccoli lavoretti. Noi c’abbiamo mangiato e dormito fianco a fianco, siamo molto preoccupati”.

Le radiografie sono eloquenti. “I polmoni appaiono coperti di macchie, nel caso più grave il medico c’ha detto che la funzionalità è pari a quella di un uomo di sessant’anni”, riferiscono gli amici del ragazzo maliano. La sua è la situazione più grave, tanto da imporre un ricovero prolungato. I tre “positivi” , invece,   si sono visti prescrivere dei medicinali specifici, però essendo fuori dal programma sanitario gratuito previsto dall’Emergenza Nord Africa avrebbero dovuto acquistarseli da soli. Cinque euro a pacchetto, una cifra bassa, ma fuori dalla loro portata. “L’albergatore si è rifiutato di comprarli, spiegando che non è più previsto da contratto”, denunciano i richiedenti, che si sono recati in delegazione alla Prefettura di Napoli. “Vogliamo i farmaci e controlli per tutti”, hanno spiegato. Per ora è stata esaudita solo la prima richiesta.

Impossibile determinare se la malattia fosse pregressa o se si siano infettati al loro arrivo. Resta da capire come la scoperta avvenga solo ora, a distanza di un anno e mezzo, malgrado i controlli sanitari cui avrebbero dovuto essere sottoposti tutti i richiedenti.  “Una situazione gravissima che è stata tenuta nascosta dal proprietario dell’albergo. La Tbc è malattia infettiva e il solo sospetto dovrebbe portare a una denuncia obbligatoria. E’un caso di totale irresponsabilità che mette a rischio la salute di molti”, denuncia l’Associazione Garibaldi 101 cui i richiedenti si sono rivolti per chiedere aiuto. A controlli è stato sottoposto il personale dell’albergo. Già da alcune settimane gli inservienti indossano delle mascherine. “Per noi fanno come se nulla fosse”, dicono i rifugiati, “Non vogliamo ammalarci, qualcuno ci aiuti”.

LR

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