Vite sospese sul baratro dell’inefficienza

A 1 anno e 3 mesi dall’emergenza nord Africa

rifugiati-in-albergoA 1 anno e 3 mesi dall’emergenza nord Africa nulla è cambiato per gli oltre 2.000 richiedenti asilo ospitati negli alberghi in Campania, se non in peggio. Yasmine Accardo, mediatrice dell’associazione Garibaldi 101 ci racconta di queste “vite sul filo” assistite in modo a dir poco inefficiente dalla Protezione Civile. E intanto si profila il nuovo miraggio “la Sanatoria” che illuderà ancora chi è in attesa di un futuro che non arriva mai.

“Vite sul baratro”. Sono circa 600 le persone stipate negli alberghi a Napoli e 2.200 in Campania. “Non è cambiato nulla dalla primavera dell’anno scorso. Almeno prima c’era più fermento grazie all’attenzione dei media. La gestione della Protezione Civile è stata fin ora pessima”- ci dice tutto d’un fiato Yasmine, tra le fondatrici dell’associazione Garibaldi 101, nata per meglio sostenere i richiedenti asilo giunti a Napoli con mediazione e corsi di italiano, e formata da volontari della Filcams che da oltre 10 anni si occupano di corsi d'italiano e accompagnamento ai servizi dei migranti: alcuni sono avvocati dello sportello rosa, una è stata assistente sociale con esperienza decennale nel campo della prostituzione.
Il 60% dei rifugiati è già stata ricevuta dalla Commissione di Caserta tenuta ad ascoltare in modo spesso rapido storie dolorose, difficili da raccontare soprattutto a chi è di un'altra cultura, di un’altra lingua. “Ciascun ragazzo dovrebbe fare l'audizione con tutti i membri della commissione- spiega Yasmine- , mentre i ragazzi ne hanno spesso incontrato soltanto uno e alcuni ci hanno riferito che uno dei membri abbia detto a chiare lettere: “inutile sperare, tanto avrete tutti il negativo”.
Ad oggi il 90% dei responsi è stato negativo. Molti maliani hanno ottenuto la protezione sussidiaria di 3 anni perché il loro paese è in guerra. Per la maggior parte degli altri non ci sono ragioni che tengano.
Intanto c’è chi parte e c’è chi torna negli alberghi-dormitorio napoletani. Chi è andato in Belgio con un po’ di fortuna è stato accolto, sebbene le leggi europee non consentano di richiedere la protezione in due paesi contemporaneamente, probabilmente poiché l’Italia è stata pesantemente criticata a livello europeo per la cattiva gestione dell’emergenza.
Tanti ragazzi che inizialmente non avevano dichiarato di essere minori per restare con i compagni, si sono dichiarati tali perché la situazione negli hotel era insostenibile e ai minori è riservato l’alloggio in casa famiglia, eppure nessuno aveva controllato prima la loro età.

Lo zampino della camorra.In estate tanti sono andati a lavorare a Rosarno e a Foggia cadendo per forza di cose nel lavoro nero. Terminata la raccolta ritorneranno in città.  Qui tanti altri sono incappati, nella vendita di articoli griffati, nello spaccio o nella prostituzione. “Il problema più allarmante è il dilagare della prostituzione maschile- dice indignata Yasmine-. L’unica integrazione -per quanto la parola integrazione non mi piaccia- è stata con il sistema criminale. Intono agli hotel ha iniziato a gravitare la rete della camorra. Il risultato del piano emergenza è stato lanciare in pasto al sistema criminale persone ferite e fragili, alimentandolo. Abbiamo impiegato tantissimi fondi per permettere alla criminalità di accaparrarsi altre fette del territorio. Tra i migranti ci sono ingegneri, infermieri, ottimi manovali che indirizzati potevano trovare un lavoro dignitoso e favorire lo sviluppo locale. C'erano tutte le forze e possibilità per creare qualcosa di molto bello e lo dimostrano le situazioni in cui i richiedenti si sono impegnati per una buona causa: per aiutare i compagni più fragili (analfabeti, intimiditi), per combattere giornalmente le difficoltà, per trovare piccoli lavori e seguire i corsi che organizzavamo con interesse. Il numero dei migranti non era così alto da non poter essere gestito con professionalità. E’ stato commesso un crimine”.

Storie drammatiche.Una storia su tutte racconta la situazione drammatica dei rifugiati, quella di A., ragazzo poco più che ventenne, coinvolto in un giro di prostituzione gestita da napoletani. Una notte si è ritrovato travestito e violentato in un auto, ricordando solo di essere stato aggredito da due uomini. Il ragazzo è praticamente impazzito, avendo subito un abuso fisico, psicologico e morale. E per risolvere la sua situazione è intervenuta la Protezione Civile con una modalità assolutamente irregolare. “Il ragazzo delirava, aveva crisi di panico e chiedeva di essere rimpatriato - racconta Yasmine-. Così i referenti della Protezione Civile lo hanno messo su un aereo, pagato da un albergatore -secondo quanto raccontano essi stessi- e rispedito in Sudan.  Senza alcuna protezione. Mentre esiste una procedura prestabilita per i rimpatri assistiti: bisogna rivolgersi all’OIM (Organizzazione Mondiale per le Migrazioni) che oltre a pagare il biglietto aereo si occupa di fornire un accompagnamento psicologico e un supporto economico per affrontare il rimpatrio. Quando noi di 101 siamo venuti a conoscenza della storia di A. era troppo tardi anche per rivolgersi ad uno psicologo poiché dopo 3 giorni il ragazzo sarebbe partito. Non abbiamo sue notizie, ma di certo non sarà stato facile tornare senza soldi e nella sua situazione in un paese da cui era fuggito. L'abbiamo fatto impazzire noi ..non c'era riuscita la guerra!”.
Un'altra storia che svela l’inefficienza della gestione è quella di una coppia con una bambina e il  capofamiglia non vedente che è stata prima trasferita ad Ascea con gli altri gruppi familiari richiedenti asilo e poi a Battipaglia in una zona isolata. “A Battipaglia le condizioni dell’abitazione in cui viveva la famiglia erano terribili- riferisce la mediatrice-: c’erano dei fili scoperti e la bambina ha preso una scossa elettrica che l’ha sfatta svenire. Quando, dopo tempo, è rinvenuta ha vomitato per due giorni, non ricevendo alcun supporto medico. E’ un miracolo che non sia morta. Solo grazie alla sensibilità del sindaco di Campagna, la famiglia è stata spostata in un’abitazione in provincia di Benevento”.


“Cosa accadrà a dicembre?”. I richiedenti asilo che hanno ottenuto il responso negativo resteranno comunque in città fino a dicembre. Del dopo nessuno sa nulla. I riflettori dei media sono ancora spenti, e forse si riaccenderanno allo scoccare dell’ora x. Intanto uomini e donne da un anno e tre mesi sono in preda ad uno stato depressivo che va peggiorando e continuano ad essere spesi centinaia di migliaia di euro per tenerli parcheggiati negli hotel.
Le istituzioni locali avevano cercato di far accordare il permesso umanitario di 1 anno a tutti. L’unica carta da giocarsi per trovare un lavoro legale e un senso alle giornate vuote. Ma lo Stato non lo ha concesso. Alcuni  ragazzi sono in grave stato depressivo, altri parlano di fare la rivoluzione per ottenere risposte e attenzioni mancate. C’è un ragazzo che si è chiuso in camera per oltre un mese. Parlava bambara e l’interprete non si trovava. Ora è stato rimpatriato perché i compagni hanno fatto una colletta per pagargli il biglietto e fornirgli una piccola somma per reintegrarsi nel suo paese.
In questo marasma alcuni ragazzi stanno comunque seguendo percorsi positivi: le scuole di italiano e di  computer e corsi di teatro organizzati dai volontari, alcuni fanno parte dell'Orchestra Multietnica Mediterranea, che è un progetto di Garibaldi 101 in collaborazione con i Liberi Pensatori, altri si arrangiano come possono in lavori molto umili, ma non legati alla camorra: accompagnamento di persone anziane o con disabilità, pulizie.

L’esposto alla Procura della Repubblica. Ad ottobre scorso l’associazione Garibaldi 101 ha fatto un esposto alla Procura della Repubblica contro la Protezione Civile per la cattiva gestione dell’emergenza nord Africa. La guardia di finanza sta indagando su come sono stati spesi i fondi pubblici, mentre Garibaldi 101 e altre associazioni del territorio continuano a monitorare la gestione dell’assistenza.
“L'abbandono e l’inefficienza hanno determinato la drammatica situazione attuale- denuncia ancora Yasmine-. Non c’è stato mai un dialogo con la Protezione Civile, e spesso c’è stato uno scarica barile con la Regione Campania, che pure è implicata nella cattiva gestione: in tutto questo non c’è trasparenza del bilancio. Abbiamo avuto modo di leggere i contratti degli albergatori in cui si specificava che erano tenuti a fornire anche corsi di formazione lavoro, che di fatto non sono mai stati effettuati. Era necessario creare una rete tra le associazioni che da anni si occupano di migrazioni per offrire i servizi previsti dal sistema Sprar che vanno ben al di là del fornire un pasto e un letto. Si potevano impiegare tanti ragazzi stranieri che si occupano già da anni di mediazione e traduzione con professionalità”

Una sola associazione.Roberta D’Andrea, operatrice sociale che si occupa di formazione dei migranti ed è insegnante di italiano come seconda lingua ha lavorato per l’associazione  “L’ala di riserva”- associazione deputata dalla Protezione Civile a occuparsi della formazione dei migranti- per tre mesi, ma poi è andata via perché la situazione lavorativa era “difficile”.
“Non so a che titolo sia stata scelta l’unica associazione coinvolta dalla Protezione Civile per gestire l’emergenza- racconta Roberta-. Di sicuro non c’è stato un bando pubblico. Comprendo che la situazione iniziale poteva essere emergenziale, ma in seguito ci sarebbe stato il tempo di chiamare in causa storiche realtà napoletane che si occupano di migrazioni e creare una rete tra loro per affrontare con professionalità la situazione. Invece sebbene il gruppo degli insegnanti fosse qualificato essendo stato scelto per titoli e non per amicizia, c’era un’oggettiva difficoltà gestionale e organizzativa da parte dell’associazione. Gli spazi negli hotel non erano adeguati e spesso le lezioni saltavano. Si avvertiva una grande tensione nei ragazzi che spesso si innervosivano per questioni futili poiché si sentivano abbandonati a loro stessi. Ad un certo punto anche il referente del progetto dell’associazione è stato destituito. Io sono andata via perché i diritti dei lavoratori non erano tutelati, tanto che sono dovuta ricorrere ad un avvocato per ottenere ciò che mi spettava ”.

E adesso un nuovo miraggio. E’ di questi giorni il decreto sulla Sanatoria dei lavoratori migranti cui possono partecipare gli stranieri presenti sul territorio dal dicembre 2011. Ma è già critica la risposta delle associazioni che si occupano dei diritti dei migranti che si chiedono perché lo Stato abbia preteso il pagamento dei 1000 euro come multa per la regolarizzazione oltre a sei mesi di contributi: una somma notevole che, secondo loro diventerà il pretesto per altre forme di abuso dei diritti.
“Innanzitutto sarà difficile dimostrare per chi ha lavorato a nero di essere presente sul territorio dal 2011- spiega Yasmine-. Tanti ragazzi ci raccontano di essersi già rivolti ai datori di lavoro con cui collaborano a nero che per “aiutarli” hanno chiesto fino a 4.000 euro. Nel decreto è specificato che verranno esclusi coloro che non hanno concluso positivamente il procedimento per la sanatoria del 2007. Ma il problema è che le Istituzioni non hanno attuato i controlli nel passato”.
Così Yasmine lancia la provocazione: “Perché non aprire gli sportelli per la regolarizzazione in Prefettura?”.

Alessandra del Giudice

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