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Mercoledì 24 Aprile 2024




Hotel Prati: rifugiati in attesa di giudizio

Hotel Prati: Sono entrata nell’hotel spacciandomi per traduttrice. I migranti oggi sono stati sloggiati dalla Protezione Civile per le cattive condizioni con cui venivano trattati. Ali, Iacuba, Mohamed sono alcuni dei ragazzi che hanno abitato al Prati per mesi.

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Alì: “Se non ho i documenti ed esco di qua io non posso lavorare. Ho bisogno dei documenti per lavorare”.

Mohamed: “Bisogna veramente che la Commissione di occupi in modo diverso dei migranti del 2011 in Italia perché sono diversi dagli altri: hanno dei problemi nei loro paesi e non possono tornare a casa.

Se gli verrà imposto di tornare fuggiranno via e  inizieranno a fare guai. Non potendo lavorare ruberanno, altri si drogheranno perché non hanno lavoro, né diritto alla salute, né niente”.

Iacuba: “Mi chiamo Iacuba, ho 24 anni e sono del Ghana. La mia famiglia è morta e io sono rimasto con mio nonno che era un capo. Quando è morto volevano sacrificarmi, come è tradizione. Così sono fuggito e sono andato in Libia dove sono stato 8 mesi. Poi è scoppiata la guerra e mi hanno fatto imbarcare insieme a centinaia di persone. Prima sono stato a Campobasso, poi sono arrivato a Napoli.

I problemi di questo hotel sono che viviamo in 4 in una camera, la stanza è piccola e mangiamo qua dentro. A colazione ci danno 1 pezzo di pane e un bicchiere di latte. Nessuno pulisce il bagno”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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