Il dato: nuove povertà e territorio napoletano

Famiglie allo sbando tra periferia e centro storico

Che le famiglie napoletane, tra le tante incognite e variabili che accompagnano il loro percorso, debbano vedersela anche con la povertà, è cosa nota: non lo dicono solo le denunce di chi si trova in difficoltà economica, non lo dicono solo i tagli alle politiche sociali che determinano, sempre più spesso, un impoverimento dei riferimenti per genitori e bambini. Lo dicono i numeri, le statistiche.

Il dossier regionale della Caritas sulle povertà relativo all’anno 2011 ha registrato i dati che emergono dai centri di ascolto delle diocesi della Campania: il primissimo è che la miseria è in aumento perché alle vecchie forme di indigenza si unisce, in una somma di mancanze, anche la leva delle nuove povertà, determinate dalla particolare situazione economica dell’Italia.

I nuovi poveri sono i “poveri di diritti”, persone cioè private di una serie di possibilità e opportunità, spesso dall’oggi al domani, spesso senza averlo preventivato o immaginato: pensionati, precari e interi nuclei familiari.

Nello scorso autunno il  Centro studi interistituzionale per l’integrazione socio-sanitaria del Comune di Napoli e dell’Asl Napoli 1 Centro ha stilato un documento che fornisce moltissime indicazioni utili per pianificare interventi sia preventivi che assistenziali e favorire la partecipazione e i processi decisionali, nell’ambito della Programmazione Sociale e Socio-Sanitaria del Piano di Zona, dei Programmi delle Attività Territoriali e dei Piani locali degli interventi e dei servizi sociali. Dai dati raccolti emergono fattori molto indicativi circa le famiglie cittadine e la loro composizione: dei 963.658 residenti a Napoli nel 2008, il 52% sono donne e una maggior presenza di giovani e minori si riscontra nella periferia tra Ponticelli, Barra, S. Giovanni a Teduccio, Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno, Piscinola, Marianella, Chiaiano, Scampia. In queste municipalità - rispettivamente la 6, la 7 e la 8 - insistono i nuclei familiari più numerosi, con sei o più componenti: il record nel circondario 6 con 2.329 famiglie composte da 6 o più persone. Delle 374.991 famiglie residenti a Napoli, la maggiore concentrazione è nella municipalità 5, Arenella, Vomero (13,2%) ma qui il nucleo più presente – 16, 348 iscrizioni all’anagrafe – è composto da una sola persona, o da due – 11,867 iscrizioni. Nel centro storico, municipalità 2 e 3 con i quartieri Avvocata, Montecalvario, Mercato, Pendino, Porto, S.Giuseppe, Stella, San Carlo all’Arena, invece, insistono i nuclei più piccoli, formati da due-tre persone in media. (per approfondire, tabella 1)

I dati che riguardano, invece, le risorse a disposizione di queste famiglie sono scoranti: la povertà riguarda sempre di più i nuclei di persone piuttosto che le persone singole e prive di vincoli familiari come siamo abituati a pensare. È vero che esiste una forte presenza di individui soli che si trovano ad affrontare situazioni di indigenza, ma provengono quasi tutti dai cosiddetti “nuclei spezzati”: separati legalmente (9,8%), divorziati (6,4%), vedovi (11,3) e ancora una volta le più penalizzate sono le donne (Fonte OPR Caritas Campania). Nella nostra regione, poi, l’incidenza della povertà è superiore alla media nazionale: nel 2010 il 23,2% delle famiglie campane si collocava sotto la linea di povertà relativa. Rispetto al 2009 la povertà in Campania è diminuita di 1.9 punti percentuali (coinvolgeva il 25,1% delle famiglie residenti) e rispetto al 2008 diminuiscono del 26,0% le famiglie che non riescono a fare un pasto adeguato almeno ogni 2 giorni, del 13,2% le famiglie che non riescono a riscaldare la casa adeguatamente, del 9,9% le famiglie che risultano deprivate secondo l’Indice Eurostat, dello 0,7% le famiglie che arrivano a fine mese con molta difficoltà, ma sono aumentate dell’1,9% le famiglie che non riescono a sostenere spese impreviste di 750 euro.

Nel quadro complessivo, insomma, la nostra regione è la quarta tra le più povere d’Italia (prima vengono Basilicata e Sicilia e Calabria). (per approfondire tab 2.)

Rrf

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