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Mercoledì 24 Aprile 2024




I bisogni

I bisogni delle famiglie e dei minori

Come si fa a monitorare le necessità dei nuclei genitoriali e dei minori? La risposta ha una lunga preparazione, comincia con i Cedap, certificati di assistenza al parto. Si tratta di schede compilate alla nascita di ogni bambino dagli operatori dei punti nascita. Queste informazioni che riguardano età delle madri, titolo di studio, condizione lavorativa, stato civile, peso del neonato e modalità del parto, se incrociate ai dati del Servizio statistico del Comune attraverso i modelli Istat P4 possono fornire molte altre indicazioni che consentono l'analisi di diversi fenomeni.

Le madri bambine: senza istruzione e senza lavoro

Cominciamo col dire che in Campania, nell'anno 2008, i nati da ragazze di età inferiore ai 20 anni sono 1840 e a Napoli le municipalità 6,7,2 e 8 (dal centro storico al porto e nelle periferie da Ponticelli a San Giovanni, da Piscinola a Secondigliano e Scampia) detengono il primato della percentuale più alta di madri bambine, tra il 6,8% e il 5,9%. La vera discriminante però è data dall'istruzione di queste adolescenti: il 42,5% è andato a scuola per meno di 9 anni. Anche il fronte lavoro è sguarnito, per queste giovani, in stretta relazione con la percentuale di madri occupate a Napoli, appena il 33,1% (il dato nazionale è pari al 60%). Eppure, se riconduciamo tutto all'ottica campana riusciamo a capire e collocare l'informazione: il numero di madri non inserite nel mondo del lavoro, nella regione, è altissimo: 34.027 .

Assegni di maternità, affido familiare, tutoraggio e accoglienza

Il Comune di Napoli concedeva, nel 2008, circa 6.035 assegni di maternità, con un picco di beneficiari nelle municipalità 3, 7 e 6 (centro storico e periferie). Nello stesso lasso di tempo, il numero di minori riconosciuti da un solo genitore toccava la cifra di 1.425 (le municipalità 6, da Ponticelli a San Giovanni e 8, da Piscinola a Scampia, quelle con più casi) e i minori  in affido familiare - l'affido non consensuale è la procedura prevalente - erano in totale 152, per una fascia d'età che si estende dall'infanzia dei 4 anni alla maturità dei 18, ad eccezione della sesta municipalità dove la maggior parte aveva tra i 4 e gli 11 anni.

La formula del tutoraggio, invece, vedeva coinvolti, in totale, 211 soggetti: il numero più alto proveniente dalla municipalità 7,  Miano, Secondigliano, San Pietro a Patierno. La municipalità 10, Bagnoli e Fuorigrotta, si differenziava per l'alto numero di bambini e ragazzi - in totale a Napoli erano 73 - in carico ai Centri di Servizio Sociale Territoriali per le procedure di collocamento provvisorio, affido preadottivo, adozione nazionale e internazionale.

La lunga fascia d'età 0-21 anni appariva, invece, rappresentativa per i dati sull'accoglienza residenziale: 542 tra bambini, minori e giovani ne avevano bisogno, parliamo di “senza fissa dimora” tra i 16 e i 18 anni, bambini tra gli 8 e i gli 11 anni provenienti in particolare dalla municipalità 6, adolescenti tra i 12 e i 15 anni dalla quarta municipalità.

Le comunità educative di tipo familiare e le comunità alloggio figuravano, in questo scenario, come un punto di riferimento per la periferia: ancora la sesta e la quarta municipalità - da Ponticelli a San Giovanni a Teduccio a Poggioreale - , e lo stesso valeva per le strutture del tipo casa famiglia e, anche se in numero minore, per le comunità di accoglienza gestanti, madre-bambino.

I margini di Napoli, est ed ovest della città, avevano numeri importanti anche per quanto riguarda l'inserimento di minori tra i 3 e i 18  in Centri diurni Socio Educativi per classi d'età: nel corso di quasi un anno, dall'autunno 2008 all'estate 2009, furono circa 2880 i soggetti coinvolti nell'intero comune: la maggior parte aveva tra gli 8 e gli 11 anni, e le municipalità 6 e 9 erano le due zone rosse, con numeri indice doppi rispetto al resto della città.

Raffaella R. Ferrè

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