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Giovedì 18 Aprile 2024




Il teatro Bellini all’avanguardia, ma escluso dai TRIC

“L’esperienza non basta per chi giudica senza conoscere”

20150311 123554Tra le sue mura sono trascorsi oltre 200 anni di storia del teatro partenopeo, il teatro Bellini di Napoli è all’avanguardia per la progettualità trasversale e dirompente, ma gli è stata rifiutata la categoria di Tric. Sconvolti i direttori Daniele e Gabriele Russo, figli del grande maestroTato Russo, che rilevò e restaurò lo stabile nel 1986.

Rischiare di essere “altro”, un teatro polifunzionale, questa la missione del teatro Bellini di Napoli da cinque anni a questa parte, scelta pienamente ricompensata dal pubblico e dagli artisti se guardiamo già ai numeri della passata stagione: 7 produzioni, 40 compagnie ospitate, 250 recite, 70 mila spettatori, 200 presentazioni tra libri e cd della Marotta & Cafiero. Ma anche al titolo della stagione in corso “A te altro” metafora di un Teatro che non solo utilizza i linguaggi all’avanguardia della prosa, della musica e della danza, ma è anche diretto ad un pubblico non imbalsamato, attento a comprendere e sentire emozioni innovative.
A poco è valso tutto questo dal momento che la Commissione-prosa del Ministero della Cultura che ha valutato e selezionato 7 Teatri Nazionali e 19 T.R.I.C. (Teatri di Rilevante Interesse Culturale)  per il triennio 2015/2017, ha rifiutato al teatro Bellini il riconoscimento ministeriale di TRIC. Il teatro Bellini ha avuto invece il titolo di Centro di Produzione, un’attribuzione, che al di là della ricaduta economica che potrebbe addirittura risultare favorevole, secondo i fratelli Russo, non è appropriata alla tipologia di progetto teatrale proposto e declassa di fatto il Bellini, che era per numeri e qualità, il terzo stabile privato in Italia, nonché primo nel meridione. “Se altri teatri hanno dovuto compiere accorpamenti e modifiche progettuali per rientrare nei Teatri Nazionali o nei TRIC– spiega Daniele Russo- per raggiungere il titolo di TRIC, noi avevamo già tutte le carte in regola. Un’esperienza di tale levatura non basta per chi giudica senza conoscere, o il problema è che non ci siamo mai occupati di politica. La nostra esclusione è sintomatica di come la città stia andando allo sbando”.
Il mondo della cultura e dell’arte partenopeo è indignato per questa esclusione e sostiene i fratelli Russo nella loro battaglia culturale e ideologica. “Bisogna chiedere “Perché”. Non ci sono ragioni che tengano, a parte che le commissioni non sanno leggere e valutare i progetti”, sostiene il critico teatrale Giulio Baffi.
D’altra parte i fatti parlano: una sala principale e una seconda sala sempre pienissimi, un’accademia teatrale completamente gratuita che esiste da 25 anni, una serie di eventi-spettacolo che stanno avendo il merito di avvicinare i giovani e nuovo pubblico al teatro e non ultima una libreria nel foyer. “Io e Daniele - racconta amareggiato Gabriele Russo- abbiamo avuto la fortuna di nascere in questo ambiente ma ad un certo punto abbiamo percorso la nostra strada artistica arricchendoci di altre esperienze all’estero e questo ci ha permesso di aprire il nostro sguardo. L’approccio gestionale è dunque europeo. Chi arriva qui ha l’impressione di entrare in uno spazio polifunzionale dove c’è attenzione e amore per le cose”.
Il Bellini stava finalmente raccogliendo i frutti della semina. “Il teatro sta vivendo un grande fermento-continua Russo-, oltre all’impegno se le cose le metti nell’aria poi ad un certo punto esplodono. L’attenzione, l’informazione hanno fatto diventare il Bellini un luogo di aggregazione e non solo di intrattenimento, la gente si sta fidando tanto. Stiamo cercando di rendere popolare anche il teatro più di nicchia. Ad esempio “Dignità autonome di prostituzione” pur essendo proposto per la quinta volta ha ancora successo. Fatto che dimostra come sia importante il lavoro effettuato sul territorio e col pubblico, proprio quello che un Tric deve fare”. E nell’ultimo anno il Bellini ha portato a teatro un pubblico diverso con proposte innovative quali la serata swing o le serate di tango, “è vero che bisogna rispettare questo luogo, ma siamo nel 2015 e si possono proporre spettacoli alternativi, sempre se lo si fa ogni tanto.  E poi c’è la Marotta&Cafiero che ogni giorno in piena autonomia vanno avanti in milioni di attività che rispecchiano la nostra linea culturale”. Alla proposta culturale si affianca quella formativa con l’accademia gratuita triennale per 20 attori tra i 18 e i 27 anni, gestita da Danio Manfredini, vincitore 4 volte del premio Ubu, artista e pedagogo di spessore, maestro della scena sperimentale. Tra le proposte della prossima stagione Davide Iodice regia e Valeria Parrella alla scrittura con “Orfeo e Euridice”, “Qualcuno volò sul nido del Cuculo” per la regia di Gassman e adattamento di Maurizio De Giovanni la co-produzione dei ragazzi di Punta Corsara.

AdG

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