Foto dal carcere: un libro e una mostra di scatti di detenuti

Un progetto sviluppato a Secondigliano dall’Agenzia Controluce

ti-vedo-mi-vediIl corso di fotografia per i 15 allievi del centro penitenziario di Secondigliano è stato un percorso nuovo, nato da un'idea dell'avvocatoTommaso Pellicciadel Direttivo del Carcere Possibile e fortemente sostenuto dalla Direzione penitenziaria che ha visto impegnati il fotografo Mario Laporta, la giovane laureanda in fotografia Angela Grimaldi e il collega Carlo Hermann.

Gli scatti migliori sono in mostra dal 2 aprile a La Feltrinelli di via Santa Caterina a Chiaia e sono raccolti nel libro fotografico in uscita Ti vedo / Mi vedi. Il volume è il risultato di un percorso di collaborazione iniziato a settembre tra l'agenzia Controluce ela onlus Il Carcere Possibile.

L’obiettivo: “Insegnare i segreti di una buona foto e trasmettere le basi di una professionalità da impiegare una volta che saranno liberi”. Mario Laporta, tra i più apprezzati fotoreporter napoletani, si è subito trovato a suo agio tra i corsisti. “Dal primo giorno sono apparsi motivati ed entusiasti, peccato che in carcere abbiano pochissime altre occasioni per imparare”.

Nel libro edito da Rogiosi sintetizza così emozioni e sentimenti dell’esperienza tra i detenuti:  “Quando l’ultimo cancello si chiudeva dietro di me Carlo e Angela spingendoci nelle vie di Scampia ci chiedevamo se fossimo stati abbastanza chiari,se avessimo avuto le risposte giuste, se fossimo stati all’altezza delle aspettative.  I nostri allievi questa volta non avevano pagato per sentirsi fotografi, non avevano pagato per assaporare il romanticismo della professione fotografica o per tentare l’ennesima carta occupazionale, questa volta erano li davanti a noi per imparare un mestiere, come gli antichi apprendisti venivano alle lezioni per apprendere i segreti di una professione per poi tentare di metterli in pratica e vivere con i proventi di essa. Le domande che ci venivano poste erano pratiche, dirette, essenziali: troverò lavoro? Con i guadagni cosa potrò fare? potrò sostenere la mia famiglia? riuscirò a iscrivere mio figlio all’univesità? dove potrò chiedere di essere non dico assunto, ma almeno testato?

Ecco, quando l’ultimo cancello era chiuso dietro di noi, ripensando a queste domande, sapevamo di aver esposto bene i nostri argomenti, perché è dalle domande giuste che ti pongono gli allievi che capisci di essere stato chiaro e aver attirato la loro attenzione”.

All’inizio una mostra sembrava un miraggio: poco il tempo a disposizione, solo due fotocamere per 15 aspiranti fotografi e angusti gli ambienti da poter immortalare. Eppure ci sono riusciti con una esposizione che sembra realizzata da professionisti. Un lavoro che documenta attraverso le immagini dei volti stati d’animo e sentimenti di chi vive in carcere. “Una esperienza da cui abbiamo tratto smentite e conferme”, dice Polidoro del Carcere Possibile onlus, “Smentite rispetto alla circostanza che sia impossibile , in particolare in un periodo di crisi economicamcome questo, organizzare interagendo conla Pubblica Amministrazione, un’ esperienza come quella di un corso di fotografia. Conferme ne ha evidenziate invece, rispetto alla direzione valida intrapresa dalla nostra associazione nell’ideare elaborare e proporre progetti che tendano a far interegire nel migliore dei modi ed al livello più alto possibile, tutte le “ forze sane “ della nostra società civile”.

R.W.

© RIPRODUZIONE RISERVATA