Gli studenti trasformano il bar in Università

Un “Dipartimento alternativo” nel cortile della Federico II

dadaNel cortile della sede centrale dell’Università Federico II, (con accesso dalla scala dei leoni in corso Umberto I) c’era un bar, che, chiuso tre anni fa, era diventato un luogo vuoto e impolverato. Ci ha pensato il collettivo universitario Palayana con tanti studenti singoli a farlo rinascere trasformandolo in un dipartimento “speciale”: il DADA, Dipartimento autogestito dell’alternativa.

Fotogallery

In quel bar che prima era un punto di ritrovo, un luogo di socialità, attorno al quale gli studenti si incontravano nello spacco tra i corsi, a ora di pranzo, per un caffè, una chiacchiera, o per perdere semplicemente un po’ di tempo, oggi sono gli studenti stessi a decidere cosa si studia. Nel Dada si intervalla la riflessione a momenti culturali, di semplice socialità e di sperimentazione artistica. E si mettono in opera progetti concreti.

Nello spazio autogestito oggi c’è un piccolo bar “equo” e un banco per il book crossing dove tre studentesse si alternano per permettere lo scambio gratuito tra libri appartenenti ad una delle tre categorie: universitari, saggi e romanzi. Un gruppo di studenti sta realizzando un archivio e-commons con film e musica cui ogni studente potrà attingere grazie alla pen drive, mentre un altro gruppo sta lavorando all’apertura di uno sportello per i “diritti dei migranti”, in particolare per facilitare la riconversione dei titoli di studio degli studenti stranieri per la quale normalmente e ingiustificatamente si deve pagare.

“Ci siamo detti-spiegano gli studenti-: visto che l’università vive una crisi profonda, chiudono facoltà, corsi di laurea e quindi dipartimenti, i docenti vanno in pensione e non vengono sostituiti perché il governo ha bloccato il turn-over e i fondi, le tasse sono sempre più alte a fronte di servizi praticamente assenti, perché non aprire un dipartimento alternativo e gestito solo dalle nostre idee e proposte? I dipartimenti sono i veri nodi decisionali degli atenei, che gestiscono i fondi della ricerca e che si occupano delle scelte didattiche. Noi riteniamo che dinanzi alla crisi mondiale che qui a sud mostra il volto della disperazione sociale, l’università non può astenersi dal mettere in discussione la didattica e sperimentare alternative concrete che possano portarci fuori dalla crisi. Se l’università si astiene da questo compito, dobbiamo essere noi a occuparcene”.

Il Dada prende ad esempio esperienze di riappropriazione dal basso degli spazi sociali quali quella del Teatro Valle di Roma, le vittorie su acqua e nucleare, le rivendicazioni dei comitati anti-discarica e in difesa dell’ambiente, o la riforma della scuola cilena scritta dagli studenti, o ancora la messa in discussione del bio-potere delle banche ad opera degli americani di occupy wall-street.

Ogni settimana si organizzano seminari di approfondimento su questioni di grande impatto sociale. Si sono già svolti incontri: con Federica Giardini, professoressa di Filosofia Politica di Roma 3 sull’analisi del Teatro Valle e le pratiche di occupazione dal basso; con Manuel Anselmi giornalista che ha seguito movimento degli studenti in Cile; con gli autori di Subcava Sonora, etichetta che produce Creative Commons in Europa.

Nel cantiere fecondo di idee del Dada al momento ci sono: la proiezione del film “Black Blok”, il colloquio con “il Manifesto” e gli “aperitivi culturali”.

A breve partirà un corso di francese con una studentessa madrelingua al costo quasi simbolico di 2,5 euro al mese. “In questo tempo di crisi e di difficoltà generalizzate anche imparare le lingue diventa un lusso che troppo spesso non possiamo permetterci- spiega Eleonora di Majo del collettivo Palayana-. I corsi di lingua privati spesso costano troppo e quelli dell'università sono insufficienti, mentre le prospettive lavorative ci impongono una versatilità linguistica raggiungibile con esperienze all'estero costosissime perciò noi del Dada abbiamo pensato di realizzare questo corso semigratuito per una piccola classe di studenti”.

Info: 3403507318  www.facebook.com/messages/1261641432#!/profile.php?id=100003106217239

Alessandra del Giudice

© RIPRODUZIONE RISERVATA