Francesco Fasano: «L’Afro Napoli è uno stile di vita»

Francesco Fasano«Se si conosce l’Afro Napoli non si fa nulla per evitarla». Una dichiarazione d’amore spontanea e unica che fotografa in modo istantaneo l’ardore che ha provato nel momento in cui sul proprio percorso di vita si è presentata con decisione l’Afro Napoli. Francesco Fasano, 36 anni, ha le idee chiare quando fa riferimento alla società multietnica di cui è vicepresidente dal 2009, l’anno in cui è nato il club.

Il braccio destro del presidente Antonio Gargiulo riveste un ruolo manageriale di assoluto primo piano con onore e al tempo stesso con orgoglio. Sì perché l’Afro Napoli è un tessuto connettivo di aggregazione dove le individualità contano molto meno del gruppo e il concetto di comunità occupa una posizione preminente all’interno della struttura societaria. Lui ha il piacere di assistere continuamente all’evoluzione della creatura biancoverde sin dagli albori e nel corso del tempo è emerso che l’Afro Napoli è una dolce ragione di vita di cui non se ne può fare a meno ove spicca un modello vincente esportabile in tutte le categorie di calcio attraverso cui non viene mai trascurato il lato umano dei calciatori. Intervistiamo Francesco Fasano per parlare del prossimo match dei leoni contro il Casoria al Vallefuoco e di tanti altri argomenti.

Vicepresidente mancano cinque partite alla fine del campionato e arriva il Casoria per un vero e proprio spareggio playoff. In che modo si battono i viola anche perché vincere significherebbe scavalcare in classifica proprio loro.

Si tratta di un match alla nostra portata ovviamente e quindi siamo sicuri che la squadra, allenata da mister Ambrosino che è sempre sul pezzo, farà di tutto per conquistare i tre punti. Poi volendo essere realisti per l’Afro Napoli l’obiettivo playoff è complicato, è inutile girarci intorno, non tanto per il mancato raggiungimento del quinto posto quanto piuttosto per il fatto che è difficile che si evitino i dieci punti di distanza tra la seconda e la quinta in classifica. Il destino ormai non dipende più solo da noi anche se dovessimo vincere tutte le partite da qui alla fine del torneo. Ora fare sia statistiche che calcoli matematici non serve. Pensiamo a noi stessi ottenendo il massimo in queste cinque “finali”.

Come giudica fino ad ora la stagione dei leoni senza dimenticare che l’Afro Napoli è pur sempre una neopromossa?

Il nostro scopo è sempre stato quello di lottare contro le grandi del girone A per entrare in orbita playoff. Vedremo se quest’ultima cosa accadrà oppure no. Detto ciò la stagione tutto sommato può considerarsi positiva dato che il nostro club partecipa per la prima volta nella sua storia al campionato di Eccellenza. Resta però oggettivamente il rammarico per aver raccolto meno punti di quelli che avremmo potuto ottenere nelle nostre possibilità contro avversari abbordabili. Invece quando abbiamo sfidato le compagini più forti abbiamo ben figurato. Programmeremo la stagione prossima facendo tesoro degli errori commessi quest’anno.

Dall’Afro Napoli si poteva pretendere un risultato migliore del pareggio nell’ultima partita in casa del Mondragone se si considera la buona prestazione dei multietnici?

Sicuramente, tutti possiamo sempre dare qualcosa in più ma ciò vale non solo per la squadra ma pure per la dirigenza, lo staff tecnico e tutti i componenti della società. Non mi riferisco solo alla gara contro il Mondragone ma faccio riferimento altresì alla gestione del progetto a 360°. Guardiamo al presente ma anche al futuro e pure in questa stagione le nostre vittorie si sono confermate al di fuori del campo con tante attività svolte e promosse.

Il progetto dell’Afro Napoli prevede non solo il conseguimento di risultati concreti sul rettangolo verde ma anche la diffusione, nel mondo del calcio, di valori pregnanti come l’integrazione e l’inclusione sociale combattendo ogni forma di razzismo. In tal senso vede dei passi in avanti in questo sport?

Noi siamo sempre presenti sul territorio per diffondere i nostri ideali antirazzisti nelle scuole favorendo l’integrazione contro ogni forma di discriminazione, anche su quella di genere. In ambito calcistico ci sono stati degli episodi eclatanti di razzismo: ripenso a quelli recenti capitati a Koulibaly e al nostro ex portiere Ass Gueye, giocatore del Serino. È giusto parlare di queste vicende sui mass media per sensibilizzare la gente. L’Afro Napoli è il baluardo di questa lotta e continuerà a combattere dentro e fuori dal campo.

Quali sensazioni affiorano nella sua mente quando sente parlare di Afro Napoli?

È sempre una grande gioia e sono sempre emozioni positive: a breve festeggeremo i dieci anni di storia del club e con soddisfazione posso affermare di essere stato una di quelle persone presenti fin dal principio e anche prima che nascesse questa splendida realtà che si chiama Afro Napoli United. È un’esperienza magnifica che ha cambiato la mia vita sotto tanti punti di vista e ha contribuito a migliorarmi facendomi conoscere tante persone che oggi fanno parte della nostra vita comunitaria. Questa è la ricchezza umana più rilevante. Nessuno si dimentica di questo nostro speciale progetto calcistico e pure quelle persone che hanno militato con noi per poco tempo conservano tuttora un ricordo autentico.

Alessio Bocchetti

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