“Il Che” Gargiulo: «La forza dell’Afro Napoli è il gruppo»

antonio gargiulo«La forza dell’Afro Napoli, composta da persone serie e perbene, è il gruppo. Anche l’ultimo arrivato si sente parte integrante del nostro progetto ed è motivato a dare il meglio di sé per l’obiettivo comune che è la vittoria». Suona quasi come un mantra ossessivo il pensiero de “Il Che” Gargiulo, numero uno dei multietnici. Chi non pratica il culto dei leoni non potrà mai capire un motto simile.

È una filosofia di vita considerevole che affonda le sue radici nello stare insieme al fine di formare una comunità: all’Afro Napoli non conoscono il significato della parola “io” e accettano ben volentieri il concetto di “noi” che racchiude l’essenza intrinseca del Dna biancoverde dove scorre il sangue della “condivisione”. Antonio Gargiulo, il presidente di Velotti & Co., si racconta a 360 gradi in un’intervista in cui affronta diverse tematiche.

Presidente in questi giorni si era parlato dell’inagibilità dello stadio Vallefuoco. Ci può chiarire meglio la vicenda?

Sì: è accaduto semplicemente che erano scaduti i certificati di agibilità e antincendio per cui ci siamo attivati e abbiamo risolto in tempi record il problema grazie alla collaborazione del Comune di Mugnano e dei Vigili del Fuoco e quindi di tutte le Istituzioni. Pertanto per fortuna si giocherà la partita Afro Napoli-Real Forio.

Se qualcuno le avesse detto prima dell’inizio del campionato che dopo cinque giornate l’Afro Napoli si trovava al secondo posto nel girone A e a -1 dalla capolista Afragolese, ci avrebbe creduto?

Sinceramente no perché l’inizio del calendario dell’Afro Napoli era molto impegnativo. Ero convinto che la nostra squadra fosse buona ma non immaginavo un avvio del genere. Credo inoltre che questa posizione di classifica però sia poco indicativa perché sono trascorse appena cinque giornate e il campionato è lungo e con l’andar del tempo emergerà il valore delle squadre più organizzate. Il nostro obiettivo è la salvezza perché siamo una neopromossa dal momento che è la prima esperienza in Eccellenza. A febbraio o a marzo penseremo fino a dove può arrivare la squadra, non di certo nel mese di ottobre.

L’Afro Napoli sarà di scena al Vallefuoco contro il Real Forio dell’ex D’Errico. Le due compagini si affrontano con gli stessi punti in classifica (10). Come ci arriva la sua squadra a livello mentale e fisico a questo impegno?

A dire il vero su come affrontare in campo gli ischitani ci penseranno i tecnici dell’Afro Napoli. Quello che posso dire è che noi comunque dobbiamo restare coi piedi per terra perché a volte il troppo entusiasmo gioca brutti scherzi. Con umiltà affrontiamo questo match e speriamo di dargli un dispiacere al carissimo D’Errico.

Uno dei leitmotiv da sempre della società è la lotta al razzismo. Con quali strumenti si può combattere secondo lei questo male oscuro nel mondo del calcio?

Io penso che questa piaga sociale si deve contrastare in qualsivoglia ambito e specie nel mondo del calcio con azioni concrete in campo, sugli spalti, in Federazione senza dimenticare che gli organi di competenza devono prendere seri provvedimenti quando ci sono quegli odiosi cori a sfondo razziale. La situazione veramente è grave e sta diventando insostenibile soprattutto oggigiorno alla luce della formazione di un governo razzista.

Paradossalmente secondo lei l’Afro Napoli ha raccolto meno di quanto ha seminato?

Probabilmente sì e il mio pensiero va alla prima partita in Eccellenza contro l’Albanova per 3-2 che ci costò la sconfitta solo perché staccammo la spina per buona parte del secondo tempo. Ricordo anche il pareggio in casa dell’Afragolese per 2-2 subito nei minuti di recupero: certo, forse è il risultato più giusto per quello che si è visto in campo ma se fossimo stati un po’ più attenti nel finale avremmo portato a casa i tre punti.

Se tornasse indietro nel tempo quale scelta non rifarebbe?

Apporterei modifiche al primo anno di Promozione dell’Afro Napoli nel 2016-2017: fu una stagione negativa costellata da tanti errori e andrebbe rifatta daccapo. Le scelte sulla rosa e sull’organizzazione complessiva si sono rivelate sbagliate.

In tutti questi anni qual è la partita che le è rimasta di più nel cuore?

La vittoria ai playoff in Terza Categoria contro la Stella Rossa 2006 al termine di un campionato difficile e che decretò il passaggio dell’Afro Napoli in Seconda Categoria.

In che modo affronta una vittoria e una sconfitta dell’Afro Napoli?

Il problema è smaltire l’amarezza dei k.o. mentre i successi infondono entusiasmo e allegria. Dopo una sconfitta preferisco isolarmi, non parlare, riflettere e poi mi sfogo con una persona cara.

Alessio Bocchetti

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