"Dove mangiare,dormire,lavarsi"

sant egidio comunitaOggigiorno sono sempre di più le persone senza dimora che si sentono emarginate perché considerate uno scarto della società o che muoiono di fame. Viviamo in un mondo dove i poveri diventano sempre più poveri mentre i ricchi usufruiscono dei loro servigi.

Però c'é anche da dire che ci sono i posti dove si può avere aiuto e accoglienza. Sono i luoghi questi dove si può aiutare ed essere accoglienti.

La guida tascabile "Dove mangiare, dormire, lavarsi"  della comunità di sant'Egidio offre un contributo reale ai più disagiati. Il povero deve sopravvivere e deve disporre di un orientamento da parte del mondo della solidarietà.

Nell'anno del Giubileo della Misericordia vengono riscoperte le sette opere di misericordia corporale e spirituale e veniamo a conoscenza che nel Vangelo i poveri sono i privilegiati di Dio.

In un mondo dilaniato da indifferenza, odio e carestie la comunità di Sant'Egidio rappresenta il classico punto di riferimento per chi si sente solo, abbandonato e diverso.

Le opere di misericordia corporale sono dare da mangiare agli affamati, dare da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, assistere gli ammalati, visitare i carcerati, seppellire i morti.

Prendere in considerazione le sette opere di misericordia significa mettere la propria vita al servizio degli altri. Un esempio palese può essere rappresentato dalla celebrazione dei funerali di chi muore in strada senza famiglia, in virtù del protocollo d'intesa sancito col Comune di Napoli.

I senza dimora sono persone come noi, purtroppo sfortunate, che vengono visti dal mondo come numeri.

La guida "Dove mangiare, dormire, lavarsi" vuole essere un punto di riferimento, ovvero una bussola d'orientamento per chi vuole trovare aiuto e per trovare risposte innovative per la povertà che dilaga sempre di più.

L'isolamento sociale, la perdita del lavoro e le separazioni sono le cause dominanti dell'emarginazione sociale di queste persone. I dati della comunità di sant'Egidio sono allarmanti se consideriamo i dati del 2016 basati su un'indagine tra i senza dimora: l'aumento degli italiani dal 15 al 27% dal 2014 al 2016, l'aumento delle donne dall' 11 al 16% nel 2016, la diminuzione dei giovani e l'aumento degli adulti compresi dai 35 ai 64 anni. Si tratta di persone che non trovando più lavoro si sentono estranee nella società in cui vivono. Secondo l'ultimo rapporto dei dati Istat su le persone senza dimora in Italia sono oltre 50.000 le persone senza dimora, il 25% delle persone ha problemi di salute, il 28% delle persone nonostante lavori non riesce a mantenere una casa, sono 1.800-2.000 le persone che vivono nell'impossibilità di provvedere al mantenimento di un'abitazione a Napoli e la maggior parte di loro vive in spazi pubblici e dormitori. La solitudine induce tanti individui a vivere per strada. A ciò si aggiunge un problema di salute o di lavoro, la rottura dei legami familiari che comportano scelte drastiche da affrontare. Sono in aumento costante le malattie deleterie come i tumori per chi non ha neanche la possibilità di potersi curare viste le spese ingenti per le cure. La violenza riguarda grandi e piccoli, accresce in maniera esponenziale e avviene nei confronti di quei poveri inermi che non riescono di certo ad opporsi. Per arrestare questa emergente epidemia di odio sono pervenute alla Polizia delle segnalazioni che hanno fatto in modo che ci potessero essere costanti pattugliamenti notturni in città fino a far desistere gli aggressori. L'azione tempestiva della Polizia è stata coadiuvata dal Commissariato che continua ad interessarsi se ci possano essere ulteriori risoluzioni del problema riscontrato. Una cosa è sicura: in strada la vita è troppo corta per essere vissuta. La comunità di sant'Egidio ricorda le vittime della strada ogni anno nella liturgia in onore della memoria di Elisa Cariota, anziana senza dimora morta nella Stazione Centrale di Napoli, luogo in cui viveva. Una rete capillare costituita da circa 50 gruppi distribuisce acqua e cibo in strada contro ogni sorta di isolamento sociale. Sono tutti volontari quelli che si prodigano alla realizzazione di questo progetto dall'intento umanitario, e operano gratuitamente tutte le sere dell'anno recandosi presso i poveri delle strade napoletane. A partecipare sono anche ristoratori, produttori e assistenti sociali. Un altro gesto di carità cristiana è rappresentato dai ragazzi di Nisida che si prodigano da circa due anni a questa parte di preparare pasti caldi per i senza dimori della zona flegrea ogni venerdì insieme con il cuoco Don Peppino. Il pranzo viene poi distribuito dalla comunità di sant'Egidio. Questa iniziativa sottolinea come Dio si trovi nei cuori degli uomini più affranti. In attesa del caldo che imperverserà a breve, la Comunità di sant'Egidio esorta tutti i cittadini affinché possano sostenere le persone più fragili e quelle esposte maggiormente al pericolo. Verrà predisposto un piano di emergenza da parte del Comune di Napoli per l'apertura di luoghi di riparo diurni, l'apertura di docce e bagni pubblici e per la distribuzione di acqua. Una risposta concreta è rappresentata da Casa Crescenzio , una sorta di casa famiglia temporanea, voluta fortemente dal cardinale Sepe che accoglie tutti i lungodegenti dopo la loro parentesi ospedaliera. Il credo voluto fortemente dalla Comunità di sant'Egidio si basa sull'assistenza quotidiana dei poveri che sono parte integrante della nostra vita.

(Alessio Bocchetti)