“Almeno credo” ragazzi cattolici, musulmani, ebrei a confronto

Gualtiero PeirceSarà presentato martedì 23 maggio alle ore 17,00 presso la libreria Raffaello al Vomero (via Kerbaker 33) “Almeno credo”, il docufilm che riceverà, il 25 maggio all’auditorium della Rai, il premio speciale “Il mondo salvato dai ragazzini”, nell’ambito del Premio Elsa Morante Ragazzi.

Il docufilm di Gualtiero Peirce prodotto da Beppe Attene vede ragazzi cattolici, musulmani, ebrei a confronto. Con gli autori ci saranno Paolo Ruffini, direttore di Tv2000, e Tjuna Notarbartolo, direttore del Premio Elsa Morante ad introdurre la proiezione integrale del film.

Dieci anni fa un gruppo di bambini cattolici, ebrei e musulmani raccontava il proprio Dio in un documentario di Gualtiero Peirce intitolato ‘Primo giorno di Dio’. A emergere fu la constatazione che, nonostante la diversità di luoghi, abiti e rituali, i bambini chiedevano a Dio le stesse cose e ricevevano le stesse risposte. Cosa sono diventati oggi quei bambini? E, da adolescenti, come vivono il rapporto con la religione? Gualtiero Peirce li ha ritrovati e li ha di nuovo messi a confronto: nasce così “Almeno credo”, la cui storia raccontata oggi inizia quando in una scuola cattolica era l’anno 2007, nelle aule ebraiche il 5767 e fra i banchi islamici il 1527. Per giorni, le telecamere ripresero la vita dei bambini e degli insegnanti di tre classi confessionali di Roma: la scuola cattolica “Antonio Rosmini”, l’istituto ebraico “Vittorio Polacco” e la scuola integrativa della moschea “El Fath”. Ai piccoli fu chiesto di raccontare il proprio modo di intendere l’amore, il diavolo, il rispetto, il paradiso, la creazione del mondo. Le telecamere sono tornate a osservarli e ad ascoltarli a distanza di un decennio. Il mondo è un altro, attorno e nel nome delle Religioni sono successe tante cose, alcune orribili e inaspettate, e quei bambini sono diventati donne e uomini giovanissimi che iniziano a camminare da soli in una realtà sempre più complessa. Li unisce lo sguardo accogliente verso il prossimo e verso il futuro, forse ancora più profondamente uguali. Come Safa e David, che da piccoli stavano lei nella scuola musulmana e lui in quella ebraica, e che oggi frequentano lo stesso liceo, un istituto aereonautico dove condividono il medesimo sogno: volare.

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