A lezione di numeri uno con Tommaso Di Maio

tommaso di maioDa sempre il ruolo del portiere è considerato il più controverso e difficile da interpretare nel mondo del calcio perché si tratta di una dimensione a sé intrisa di solitudine e masochismo.

L’estremo difensore è semplicemente un calciatore coraggioso dalla forte personalità che si accolla sulle proprie spalle il peso della responsabilità della squadra per la quale gioca dimostrando di essere un’autentica ancora di salvezza. Ogni numero uno comanda dai pali la difesa scrutando da spettatore attentamente tutti i suoi compagni quando sono in possesso della palla dispensando loro consigli di assoluta preziosità. Nell’Afro Napoli chi si occupa costantemente di supportare, motivare e monitorare gli estremi difensori biancoverdi è Tommaso Di Maio. Il 28enne preparatore dei portieri in questo periodo sta dirigendo insieme con Fabio Amodio uno stage per giovani portieri che è organizzato dall’Accademia Portieri Napoli e che è in corso fino al 6 luglio (dalle 18 alle 20) presso lo stadio Vallefuoco di Mugnano. Ne approfittiamo per parlare con lui di questa iniziativa significativa che è rivolta esclusivamente agli estremi difensori nati dal 1999 al 2012 e il cui obiettivo è far emergere al massimo, attraverso delle sedute di allenamento specifiche, le qualità di ciascun portiere a prescindere dal grado di bravura.

stage portieri

Quali sono le qualità di un preparatore dei portieri?

Rassicurare, incoraggiare in modo credibile i portieri creando empatia con loro. Inoltre bisogna stabilire un rapporto di professionalità basato sul rispetto dei ruoli e sulla fiducia. Ma noi preparatori dobbiamo essere anche dei bravi psicologi per capire il carattere dei ragazzi che alleniamo.

In cosa consistono gli allenamenti di un portiere in questo stage?

Abbiamo suddiviso prima il campo di gioco nell’area agonistica e nell’attività di base e poi le varie categorie dei portieri. Nella prima postazione hanno lavorato i portieri nati dal 1999 al 2005 che giocano nelle categorie dilettantistiche o in settori giovanili professionistici; invece nel secondo settore sono inclusi gli estremi difensori nati tra il 2006 e il 2012. Questi ultimi hanno bisogno di formarsi, coordinarsi e acquisire gli schemi motori di base. Coi “grandi” invece abbiamo insistito sul lavoro situazionale, reattività, tecnica podalica e velocità.

Quali qualità deve essere in possesso un portiere per essere titolare nella sua squadra?

Un estremo difensore deve essere esplosivo, abile con i piedi e bravo sia in verticale che in orizzontale cioè sicuro nelle uscite e capace nel coprire bene la porta. Basandoci sulle statistiche relative alle partite si nota che le azioni prevalentemente effettuate dai portieri sono le uscite, le situazioni con palla tra i piedi e solo dopo figurano le parate.

Qual è la prima cosa che non deve commettere un portiere in allenamento e in partita?

Il portiere non deve mai abbassare né la soglia di attenzione né quella motivazionale. Inoltre deve essere un tipo coraggioso perché si espone ai giudizi dei suoi compagni e degli addetti ai lavori. Ogni estremo difensore non si deve abbattere al primo errore, deve andare avanti e dimostrare un carattere forte in ogni situazione. Consigli del genere se li porterà con sé nel corso di tutta la sua carriera.

Qual è il preparatore dei portieri a cui ti ispiri?

Claudio Filippi, l’allenatore dei portieri della Juventus. Ho avuto la fortuna e l’onore di conoscerlo recentemente a Roma ad un corso di aggiornamento. Si tratta di uno dei migliori in Italia nel suo ruolo. Una prova tangibile della sua grande competenza è data dalle prestazioni degli ultimi anni di Buffon e dei suoi vice in bianconero. Inoltre di Filippi mi ha colpito oltre alla sua preparazione soprattutto l’umiltà, una caratteristica che non sono riuscito a riscontrare nemmeno in alcuni preparatori dei portieri che oggi si trovano a lavorare nei settori dilettantistici.

È importante che oggigiorno il portiere sappia giocare con i piedi?

Assolutamente si: questo sport si è evoluto e i portieri devono essere bravi  nella tecnica podalica seguendo l’esempio di Buffon, Neuer, Reina e Perin. Se in passato si pensava al portiere che parava soltanto, attualmente invece sono cambiati i parametri con i portieri che devono giocare con i piedi perché sono utili tatticamente alla squadra dal momento che nel calcio moderno l’azione inizia dal basso.

Come si riesce a motivare un portiere dopo una papera?

Bisogna resettare il tutto, analizzare e contestualizzare l’errore cogliendo gli aspetti positivi della dinamica dell’azione. Una papera commessa permette a qualsiasi portiere di fortificarsi e crescere migliorando le proprie capacità tecniche e non, per cercare di non commetterla più. Infatti attraverso degli appositi filmati quando un mio portiere commette un errore tecnico glielo faccio rivedere il giorno seguente alla ripresa degli allenamenti e insieme ci confrontiamo serenamente.

Qual è il tuo miglior portiere di sempre?

Gigi Buffon: è il Maradona dei portieri. Non nascerà più uno come lui. Diceva Claudio Filippi, il preparatore dei portieri, che «la costante in tutti questi anni è sempre stata Buffon mentre nel corso degli anni come variabile si avvicendavano i vari Kahn, Dida, Casillas, Julio Cesar e Neuer».

Alessio Bocchetti

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