AfroNapoli United su Sky

La squadra multietnica protagonista di un cortometraggio in onda domenica 

afro-napoli-giu-2013Arriva su Sky la storia di AfroNapoli United, l’associazione e squadra multietnica fondata dal commercialista napoletano Antonio Gargiulo nel 2009. Domenica 27 aprile alle 20.45 su Sky Cinema Cult HD andrà in onda AFRONAPOLI UNITED: il corto racconta la storia della squadra di calcio multietnica che disputa quest’anno per la prima volta il campionato di terza categoria della Figc.

Le vicende della squadra si intrecciano con la battaglia di Lello, calciatore storico della squadra, il ragazzo di 21 anni mai registrato all’anagrafe dalla mamma marocchina (e dal padre, che non l’ha riconosciuto) e che AfroNapoli sostiene nella sua lotta per diventare cittadino italiano e ottenere anche il riconoscimento legale del figlio di pochi mesi.

“Lello è stato salvato dallo sport – dice il fondatore di Afro Napoli, Antonio Gargiulo – che gli ha evitato di riprendere cattive strade vista la sua incolumità burocratica. Siamo contenti che la sua storia abbia potuto vedere la luce, grazie anche al successo che sta riscuotendo la nostra squadra. Ora speriamo che l’opera di sensibilizzazione che portiamo avanti unendo calcio e solidarietà, possa avere delle ricadute concrete sulla sua vita e su quella della sua famiglia”. AfroNapoli riunisce circa 35 ragazzi dai 18 ai 30 anni, di varie nazionalità: prevalentemente capoverdiani, ma anche senegalesi, ivoriani, tunisini e sudamericani, oltre che dieci napoletani. L’associazione cerca di sostenere ognuno di loro anche nei percorsi di vita, spesso difficili e con poche speranze per il futuro.

Protagonista di tanti successi calcistici, di battaglie di solidarietà e perfino di una tesi di laurea, oggi AfroNapoli è anche al centro di uno dei corti di taglio sociale prodotti dal canale satellitare che si è insediato a Scampia con il Laboratorio di arti e produzioni cinematografiche “Mina” il 6 dicembre scorso, per sedare le polemiche sorte con le riprese della fiction “Gomorra”. “Siamo felici che i ragazzi del laboratorio Mina abbiano scelto di raccontare la nostra storia e possiamo dire che sicuramente è un esempio di come a Napoli si riescano a fare delle ottime iniziative nonostante in tivù si rappresenti solo il contrario. Speriamo che si riesca finalmente a capire che Gomorra non esiste: è solo un’etichetta mediatica per speculare su una realtà che ha, invece, mille sfaccettature positive” conclude Antonio Gargiulo.

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